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Alimenti: affaire Nutella, nella crema solo olio di palma 100% 'green'/Focus

31 luglio 2015 | 13.23
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La polemica sull'olio di palma non ha risparmiato uno dei prodotti simboli del made in Italy, la Nutella, accusata dal ministro francese dell’Ecologia Ségolène Royal di essere responsabile della deforestazione. La Royal, che poi ha dovuto scusarsi, probabilmente non aveva preso in considerazione un dato fondamentale, e cioè che tutti i prodotti Ferrero venduti nel mondo sono realizzati con olio di palma certificato al 100% come sostenibile secondo la catena di approvvigionamento della Tavola Rotonda sull’Olio di Palma Sostenibile (Rspo).

Stando a quanto la Ferrero indica nel suo Rapporto di Responsabilità Sociale (ma anche e soprattutto stando a quanto dichiarano Greenpeace e Wwf che hanno difeso la Ferrero e le sue politiche di sostenibilità in materia), il gruppo si rifornisce esclusivamente di olio di palma proveniente da piantagioni immuni da pratiche di recente deforestazione e da ogni tipo di sfruttamento, principalmente dalla Malesia, dalla Papua Nuova Guinea e dal Brasile. Solo “olio di palma 100% segregato”, cioè sostenibile e tracciabile secondo la catena di approvvigionamento Rspo.

Ferrero si approvvigiona di circa 170.000 tonnellate di olio di palma a fronte di una produzione mondiale annuale di 60 milioni di tonnellate, il che significa che il suo impatto sulla catena di fornitura dell’olio di palma è meno dello 0,3%. L’impegno del gruppo continua prevede anche la “Palm Oil Charter”, lanciata con l’organizzazione no-profit Tft (The Forest Trust) che prevede 10 specifici criteri, che sono stati comunicati ai fornitori affinché vengano implementati nelle piantagioni dalle quali Ferrero si approvvigiona.

Quanto finora detto vale sul piano ambientale. C'è poi l'aspetto relativo alla salute che entra in gioco quando si parla di olio di palma, ma anche da questo punto di vista la Ferrero si difende: non è dannoso per la salute e la comunità scientifica internazionale lo indica come primario sostituto dei grassi idrogenati.

Secondo un recente lavoro scientifico dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, condotto da Elena Fattore e pubblicato l’American Journal of Clinical Nutrition, non esistono evidenze scientifiche solide su una presunta maggiore dannosità dell’olio di palma rispetto ad altri grassi vegetali e il suo consumo, al posto di quello di altri oli e grassi, non determina un aumento di rischio di malattie cardiovascolari. Per ottenere le stesse caratteristiche fisiche (è un olio vegetale che a temperatura ambiente risulta solido), altri oli vegetali necessitano del processo di idrogenazione, che causa la formazioni dei nocivi “acidi grassi trans”.

Per quanto riguarda il contenuto in grassi saturi è assolutamente equivalente, se non leggermente inferiore, rispetto ad altri ingredienti come ad esempio il burro. Inoltre, l’olio di palma, vista la sua origine vegetale, non contiene colesterolo, a differenza del burro o di altro grasso di origine animale, e che, per esempio, uno dei componenti principali dell’olio di palma, l’acido palmitico, è contenuto naturalmente anche nel latte materno e nell’olio di oliva. Insomma, non esistono cibi buoni o cattivi ma solo diete buone o cattive.

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