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Al Teatro Tor Bella Monaca il sogno americano di 'Italiani brava gente'

06 giugno 2022 | 09.44
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Chiusura di stagione con lo spettacolo diretto da Enrico Maria Falconi

Al Teatro Tor Bella Monaca il sogno americano di 'Italiani brava gente'

Sei italiani che inseguono il ‘sogno americano’ nella New York degli anni '50, tra emozioni, voglia di rivincita ma anche tra tormenti, paure e angosce, che i protagonisti cercano di ‘riscattare’ in un mondo lontano dalla propria realtà ma che apre tante porte al loro desiderio di dare finalmente un senso alle loro vite. Questo il leitmotiv di 'Italiani brava gente', lo spettacolo che sabato ha chiuso la stagione al Teatro Tor Bella Monaca di Roma dopo un tour partito da Civitavecchia che ha toccato diverse città italiane tra cui Capua, Caserta e Reggio Calabria. Un viaggio teatrale tra l’Italia e New York diretto da Enrico Maria Falconi con Elena Russo, Ester Botta, Alessandro Sparacino, Peppe Piromalli, Enrico Maria Falconi e Federica Corda. '''Italiani brava gente' - ha spiegato Falconi all’Adnkronos al termine dello spettacolo al teatro di Tor Bella Monaca - vuole essere una metafora di quello che abbiamo vissuto in questo periodo di pandemia. Ma lo spettacolo che ho messo in scena e ambientato negli anni ‘50 e’ caratterizzato da un male diverso: la povertà. Mi interessava inoltre studiare la storia degli italiani nella New York negli anni ‘50, un’America dove i nostri protagonisti cercano di restare in piedi mentre le foglie di Central Park cominciano a cadere''.

'Italiani Brava Gente' racconta così il fenomeno migratorio italiano anche attraverso l'ironia. Perché avete scelto di chiudere il vostro tour teatrale a Tor Bella Monaca? ''Fare teatro a Tor Bella Monaca è emozionante perché quello che fanno qui ha una importanza sociale fondamentale. A Tor Bella Monaca fanno teatro tutte le settimane, hanno una doppia sala ed e’ uno dei teatri che 'sbiglietta' di più a Roma'', continua il regista. Nel cast Elena Russo nei ‘panni’ di Maria Coppola, una donna di origine napoletana che da pochi giorni e’ andata ad abitare nell'appartamento attiguo a quello di Alfredo (interpretato da Enrico Maria Falconi) con la figlia dopo aver vissuto un periodo a Los Angeles. Una donna apparentemente forte ma che in realtà nasconde un segreto che la fa stare male. ''Tornare a teatro è stata una sorta di emozione a singhiozzo - spiega Elena Russo - da una parte ho potuto interpretare me stessa senza dover sforzarmi più di tanto essendo io una napoletana Doc, dall’altra parte - tiene a dire l'attrice - mi spiace vedere ancora il pubblico in sala con la mascherina, così facendo si allontana il pubblico dal teatro ed è un controsenso visto che in discoteca ad esempio è permesso entrare senza mascherina pur essendo un luogo meno sicuro del teatro''. E sul ruolo che interpreta l’attrice aggiunge: ''Per me è stato come giocare in casa. In una storia dove il ‘made in sud’ regna sovrano ho chiesto al regista: 'Ma posso essere me stessa'? E lui mi ha risposto di sì e per questo lo ringrazio molto''. Intanto la Russo sogna di tornare anche sul piccolo schermo: ''Sto facendo diversi provini - dice - i Reality? No, non mi interessano''.

Nel cast, con la loro ‘valigia piena speranza’, lo stesso regista Falconi, che ha anche scritto la pièce, nei panni di Alfredo Cammariere, che da 20 anni vive a Staten Island con il sogno utopico di diventare un giorno il pugile più forte al mondo), Peppe Piromalli (Tommy Laganà, furbo americano di genitori calabresi), Alessandro Sparacino (Giovanni Cammeriere, che da Palermo si trasferisce a casa del cugino Alfredo), Maria Teresa Iannone (Anna Ruggiero, una donna che ha lasciato il cuore a Napoli ma deve prendersi cura dell’amato cognato Alfredo) e la giovanissima e talentuosa Federica Corda (Liliana De Luca, la figlia ribelle di Maria, arrabbiata con la madre perché l’ha costretta a lasciare Los Angeles). "Mi piaceva l’idea che il cast parlasse tanti dialetti - continua il regista di ‘Italiani brava Gente’ - napoletano, siciliano e calabrese, per fare in modo che ognuno di loro portasse in America la propria esperienza passata, la propria cultura e la propria situazione personale. Peccato non aver potuto attenersi al cartellone del tour che prevedeva 15 date, molte delle quali sono state cancellare a causa del Covid. Speriamo che in futuro vada sempre meglio soprattutto per noi che facciamo ‘teatro artigianale’, è stato un periodo durissimo ma abbiamo fiducia nel futuro’’, conclude Falcone.

( di Alisa Toaff)

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