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Apicoltura, Lombardia con legge la riconoscerà come essenziale per ambiente

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04 maggio 2020 | 00.00
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La Regione Lombardia riconoscerà con legge l'apicoltura come attività agricola fondamentale per la conservazione dell'ambiente, finalizzata a garantire l'impollinazione naturale necessaria per la conservazione della biodiversità degli ecosistemi e per garantire le produzioni agricole e forestali. Sarà un impegno istituzionale per sostenere la salvaguardia delle specie di api autoctone tipiche, il miglioramento delle razze allevate, lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione dei prodotti dell'apicoltura. Lo ha reso noto l'assessore all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi.

"Istituiremo una consulta regionale ufficiale - ha dichiarato Rolfi - perché vogliamo fare un percorso istituzionale condiviso con gli apicoltori per valorizzare al meglio questa pratica agricola fondamentale per l'ambiente. Dobbiamo difendere la qualità del miele lombardo contro l'invasione del miele sintetico cinese, sostenendo e promuovendo questa attività anche sotto il profilo imprenditoriale".

L'emendamento è stato già approvato dalla commissione consiliare e sarà inserito nella legge regionale 31/2008 dopo la revisione normativa ordinamentale 2020. "Le api - ha aggiunto l'assessore - sono alla base della catena alimentare. Il 75% del cibo è frutto del loro lavoro di impollinazione". "Senza api - ha sottolineato - sparirebbe il 60% di frutta e verdura così come migliaia di piante da fiore. Difendere l'apicoltura significa garantire biodiversità, agricoltura e reddito delle imprese.

"In Lombardia - ha spiegato l'assessore - importiamo 4.700 tonnellate all'anno di miele per un valore di 15 milioni di euro all'anno. Soprattutto dai Paesi dell'Est Europa e dalla Cina. Intendiamo tutelare i 6.000 apicoltori lombardi che stanno combattendo contro i cambiamenti climatici e contro i prezzi di mercato di prodotti esteri".

"Nel 2019 - ha ricordato l'assessore - la produzione lombarda è calata del 75% circa". "Avevamo chiesto - ha concluso Rolfi - al Governo il riconoscimento dello stato di calamità, ma non abbiamo avuto alcuna riposta dal Governo. A testimonianza della scarsa considerazione di cui gode l'apicoltura nelle stanze romane".

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