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Mafia

Arrestato pentito: "Aveva ripreso a delinquere"

27 marzo 2019 | 08.23
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In manette per detenzione e porto illegale di armi, gli è stata revocata la protezione

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Gaetano Barbera, il pentito di mafia arrestato all'alba di oggi dalla Polizia di Stato per detenzione e porto illegale di armi e a cui è stata revocata la protezione, secondo gli inquirenti "aveva ripreso a delinquere, rendendosi protagonista di contegni di particolare allarme sociale". Le articolate indagini, condotte dalla Squadra Mobile sotto il costante coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo, Maurizio de Lucia, "hanno consentito di assumere un compendio indiziario corposo, evidenziando che Barbera, ancorché attendibile nelle sue dichiarazioni, aveva ripreso a delinquere", come dicono gli investigatori. E' stato accertato che Barbera, nella località protetta dove dimorava, intervenendo a difesa di un proprio amico, al quale avevano sottratto un orologio a garanzia di un loro credito, ha ingaggiato con costoro, e in particolare con uno di essi col quale è trasceso alle vie di fatto, una violenta colluttazione all’interno di un bar. La reazione di Barbera ha condotto i suoi contendenti a restituire, di lì a poco, l’orologio sottratto al suo amico.

"Pur non temendo la reazione dei medesimi, Barbera, nell’eventualità di doverli fronteggiare, stante tuttavia la loro caratura criminale, si è armato di pistola, che gli è stata materialmente consegnata a domicilio dalla sorella, Maria, che l’ha trasportata in treno da Messina, sino alla località protetta", dicono gli inquirenti.

Barbera è personaggio gravato da numerosi pregiudizi penali, sottoposto a diversi procedimenti relativi a varie operazioni che lo hanno visto accostato ai clan di Giostra e successivamente a quello del noto Marcello D'Arrigo. Lo stesso è ritenuto giudizialmente responsabile degli omicidi di Stefano Marchese, Francesco La Boccetta, Sergio Micalizzi e Roberto Idotta. Ha intrapreso il percorso collaborativo nel 2013, rendendo dichiarazioni puntuali attendibili e perfettamente riscontrate. Tuttavia un suo ritorno a delinquere immediatamente colto, ha fatto si che la DDA di Messina avviasse immediate indagini nei suoi confronti delegandole alla Squadra Mobile.

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