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Euro 2016: Bernardeschi, dopo Nazionale ora il sogno è vincere

03 giugno 2016 | 15.51
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Federico Bernardeschi (foto Afp) - AFP
Federico Bernardeschi (foto Afp) - AFP

"Sono certamente il più giovane ma per me è un grande privilegio esser qui in mezzo a tanti campioni. Cercherò di dare il massimo e il mio contributo alla squadra. Sogno? Non mi accontenterò della presenza, come giocatore e come squadra dobbiamo sognare. Il mio sogno sarebbe vincere, ce la metteremo tutta come singoli e come squadra". Federico Bernardeschi è pronto alla sfida degli Europei dopo la soddisfazione per essere entrato nel gruppo dei 23 che voleranno in Francia.

"Se ho avuto paura di essere tagliato? L'ha avuta un campione come De Rossi, figurarsi io. Da quando sono stato chiamato ho sempre provato a dare il 100% e poi per mia fortuna è arrivata questa conferma per me importantissima -prosegue l'attaccante viola in conferenza stampa a Coverciano che sul suo ruolo in azzurro aggiunge-. Tatticamente forse mi trovo meglio sull'esterno destro, poi un giorno mi piacerebbe giocare trequartista. Tecnicamente sono un giocatore a cui piace giocare col pallone ma sono anche un giocatore che va in profondità ed ha una buona corsa".

"Questo Europeo lo considero un punto di partenza, ho fatto una bella annata ed è il coronamento di un sogno che ha qualsiasi giocatore: giocare in Nazionale e prendere parte a una competizione così importante", prosegue l'azzurro. "Si dice che i carraresi sono tosti ed è così, mi ci riconosco molto -prosegue Bernardeschi-. Idoli? Da bambino ricordo il fenomeno Shevchenko, come modello provo a prendere spunto da tutti i campioni che vedo giocare, non ho un modello in particolare. Con Buffon c'è un bellissimo rapporto, lo ringrazierò sempre per i consigli, è un modello da seguire. Da bambino lo vedevo come modello, poi è di Carrara e da noi è un Dio".

Arrivato dalla Primavera della Fiorentina ora Bernardeschi è nel giro della Nazionale, un esempio da seguire per molti giovani calciatori: "Il messaggio è quello di fare grandi sacrifici e non arrendersi mai stando sempre lì con la testa perché se vuoi raggiungere degli obiettivi serve la testa. Cosa ti chiede il mister? Chiede di puntare l’uomo e di creare superiorità numerica ma vuole anche che restiamo tutti uniti quando non abbiamo palla. In fase di non possesso poi la squadra deve sempre restare collegata".

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