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Binge drinking, allarme per 20% giovani maschi italiani

11 marzo 2014 | 15.42
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Binge drinking, allarme per 20% giovani maschi italiani

Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Le cattive abitudini, quando prendono piede, sono difficili da scardinare. La pericolosa 'moda' del binge drinking - che comporta l'assunzione di più bevande alcoliche al di fuori dai pasti in un breve arco di tempo, con gravi rischi per la salute - è ancora assai diffusa in Italia, anche se nell'ultimo anno si è registrato il calo dei consumatori a rischio. Nel 2012 i 'binge drinker' rappresentano complessivamente il 6,9% della popolazione di 11 anni e più, l'11,1% tra i maschi e il 3,1% tra le femmine; ma tra i giovani maschi di 18-24 anni il fenomeno interessa ben il 20,1%. E' il quadro che emerge dalla Relazione del ministero della Salute sull'alcol, inviata al Parlamento. Dal rapporto emergono però anche dati incoraggianti. Continua tra il 2011 e il 2012 il trend discendente, in atto dal 2010, dei consumatori a rischio, che passano dal 15,2% al 13,8% nella popolazione di oltre 11 anni, con un calo che riguarda sia i consumatori giornalieri non moderati che i consumatori binge drinking. E ancora. Nella popolazione over 65 si conferma la tendenza al calo dei consumi giornalieri non moderati, passati tra il 2003 e il 2012 dal 49,8% al 39,7% tra i maschi e dal 13% al 9,5% tra le femmine. Tra i giovani di 14-17 anni i consumi fuori pasto, caratterizzati da tempo e fino al 2011 da un trend tendenzialmente in crescita, tra il 2011 e il 2012 registrano un notevole calo, che riporta i valori allo stesso livello rilevato all’inizio del decennio (15,1%). "Fra i giovani studenti di 15-19 anni monitorati dall'indagine Espad - spiega il ministro Beatrice Lorenzin nella presentazione del rapporto - sembra consolidarsi il contenimento di comportamenti a rischio quali le ubriacature e il binge drinking, che nel 2012 presentano prevalenze sostanzialmente stabili o in lieve calo rispetto a quelle all'anno precedente e comunque vicine ai valori minimi della serie storica per questi dati". "Tra gli stessi giovani studenti si conferma inoltre chiaramente il trend in diminuzione degli atteggiamenti favorevoli ad alcuni comportamenti a rischio, quali l'ubriacarsi una volta a settimana o il consumo quotidiano eccedentario. Le indagini europee rilevano inoltre che i nostri giovani sono, in rapporto ai loro coetanei europei, fra quelli che percepiscono maggiormente (oltre la media europea) il rischio del bere regolare e sono al primo posto per la percezione del rischio del bere occasionale", conclude.

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