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Sostenibilità: bioshopper, su 26 campioni analizzati da Cnr sei contraffatti

20 giugno 2016 | 12.31
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Sostenibilità: bioshopper, su 26 campioni analizzati da Cnr sei contraffatti

Su 26 campioni di bio-sacchetti analizzati dal Cnr di Catania per Legambiente e La Nuova Ecologia, prelevati in altrettanti punti vendita in tutta la Penisola, ben 6 hanno evidenziato la presenza di polietilene, che in due casi poi era “non inferiore al 7%” e quindi in chiaro contrasto con la normativa. Negli altri campioni solo 4 sono risultati completamente privi di PE, mentre nei restanti 16 il polietilene era comunque presente anche se in quantità valutate come non particolarmente significative.

Parliamo di buste che al consumatore sembrano del tutto regolari e conformi allo standard Uni En 13432, con tanto di marchio di compostabilità. Sono questi i dati resi noti oggi da Legambiente nell’ambito della campagna #unsaccogiusto, lanciata nei giorni scorsi con uno spot con testimonial d’eccezione l’attore Fortunato Cerlino , il cattivissimo boss Pietro Savastano della serie tv Gomorra. Il Cnr di Catania ha messo a punto un tecnica innovativa per rilevare la presenza del polietilene negli shopper di bioplastica.

Legambiente ha deciso di segnalare l’episodio all’Antitrust, autorità garante della tutela del mercato e dei consumatori.

“I risultati parlano chiaro - spiega Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente - ci troviamo di fronte a una frode con risvolti anche di natura ambientale che fa pensare a recenti vicende esplose nel mondo delle auto. In questo caso non è la criminalità organizzata ad agire ma normali aziende produttrici che contraffanno i prodotti che distribuiscono sul mercato. Un danno grave all’ambiente e all’economia sana, che rischia di compromettere l’efficacia di una normativa che ci vede all’avanguardia in Europa”.

Il divieto di commercializzare i sacchetti di plastica è un fiore all’occhiello della normativa ambientale italiana. Il nostro Paese è stato il primo in Europa a mettere al bando i sacchetti di plastica tradizionale nel 2012, ben prima che l’Unione Europea adottasse la direttiva sulla riduzione della plastica nei sacchetti per la spesa. “Fino ad oggi - aggiunge Muroni - le grandi catene si sono rivelate attente al rispetto della normativa, ma l’indagine dimostra che non è sempre così facile".

Con la campagna #unsaccogiusto Legambiente vuole chiamare all’azione anche i singoli cittadini che sul sito www.legambiente.it/unsaccogiusto potranno segnalare le illegalità e gli esercizi dove vengono usati shopper taroccati.

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