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Mare: Blue Energy, al via progetto europeo di ricerca Maestrale

15 dicembre 2016 | 15.15
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(Fotogramma)
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Studiare le soluzioni tecnologiche più avanzate per lo sviluppo dell’energia marina nell’area del Mediterraneo. E' l'obiettivo del progetto internazionale di ricerca Maestrale, coordinato dall’Università di Siena e cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’Unione Europea per 2,4 milioni di euro, nell’ambito del programma Interreg Med.

Il progetto mira ad allargare le conoscenze e la consapevolezza fra i cittadini e nelle istituzioni sul potenziale delle 'blue energy', le fonti di energia marina derivanti dal moto ondoso, dalle maree, dalle correnti e dai gradienti di salinità e temperatura insieme ad altre forme energetiche alternative legate all’impiego dell’eolico off-shore e all’utilizzo di biomasse acquatiche, come ad esempio le alghe, identificando le soluzioni migliori.

Nello specifico, i dieci partner del progetto approfondiranno gli aspetti dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità ambientale ed economica, dell’accettazione da parte dei cittadini, dei possibili conflitti con l’ecosistema marino, come la perdita di biodiversità, e delle incompatibilità con la legislazione esistente.

"L’utilizzo delle blue energy - spiega Simone Bastianoni, responsabile scientifico del progetto della durata di tre anni - è ancora a uno stato embrionale nell’area del Mediterraneo e Maestrale vuole rafforzare la collaborazione fra centri di ricerca, imprese e istituzioni per promuovere il trasferimento tecnologico e generare la massa critica necessaria per farlo decollare, mantenendo alta l’attenzione sul valore ambientale e culturale".

"Siamo orgogliosi di trovarci oggi alla guida di questo importante progetto europeo - prosegue Bastianoni - Il nostro gruppo, team interdisciplinare composto da chimici, fisici, biologi, economisti e ingegneri, si occupa infatti da anni di ricerca sui temi della sostenibilità e potrà dare un contributo decisivo all’analisi".

Tra le attività principali è prevista la realizzazione, in ciascuno dei Paesi partner, dei cosiddetti Blue Energy Lab, laboratori che daranno vita a 20 progetti pilota, opportunamente valutati dal punto di vista della concreta fattibilità economica e della sostenibilità ambientale, coinvolgendo le imprese locali, le istituzioni e i cittadini e al fine di progettare una politica di sviluppo delle energie marine.

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