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Prescrizione: Caiazza (Ucpi), 'proposte Davigo? pretesto per controriformare processo penale'

09 gennaio 2020 | 17.41
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"Non gli permetteremo di ridurre garanzie imputato. Ci auguriamo che sue idee vengano isolate da Magistratura"

Prescrizione: Caiazza (Ucpi), 'proposte Davigo? pretesto per controriformare processo penale'

di Roberta Lanzara - "Le proposte di Davigo sono la prova che il tema della prescrizione è solo un pretesto per controriformare il processo penale voluto da Giuliano Vassalli 30 anni, fa riducendo grandemente le garanzie processuali dell'imputato". Così Giandomenico Caiazza, presidente dell'Unione camere penali, commenta all'Adnkronos le proposte ai processi brevi mantenendo la blocca-prescrizione avanzate dal presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di Cassazione, Pier Camillo Davigo. Caiazza aggiunge: "Noi non glielo permetteremo. E' l'unica cosa di cui Davigo può stare certo".

"Aberrante" il giudizio emesso dal magistrato quando ha definito "prassi insensata" la necessità di riacquisizione delle prove su richiesta della difesa nel caso in cui un membro del collegio va ad esempio in maternità: "Penso che Davigo vuole ritornare al processo inquisitorio. Questa è la verità - evidenzia il presidente dell'Unione camere penali - Ma per fortuna a garantirci c'è l'articolo 111 della Costituzione".

"Noi penalisti - spiega - siamo convinti che diritto elementare di ogni cittadino è essere giudicati dallo stesso giudice che ha raccolto la prova, che ha sentito e visto in faccia l'accusatore, che ha potuto rendersi conto della verità, della sincerità, della spontaneità delle sue risposte. Perchè - ricorda - il giudizio dibattimentale vive della percezione diretta della testimonianza che viene resa". Quindi Caiazza sfida: "Chiedo al signor Davigo se vale di più il diritto del giudice a cambiare sede o il diritto dell'imputato ad essere giudicato dallo stesso giudice che ha acquisito la prova".

Bocciato punto per punto l'argomento del magistrato, anche membro togato del Csm, sull'abolizione del divieto della 'reformatio in peius' in Appello. Prima questione: "Quando si fa riferimento ad altri sistemi non si adotta quello che ci fa comodo. Il procedimento americano ad esempio richiamato nella proposta troverebbe inconcepibile che un magistrato che ha fatto il Pm per 30 anni divenga poi, come Davigo, presidente di Corte di Cassazione", rileva provocatoriamente Caiazza. Seconda considerazione: "Il divieto di 'reformatio in peius' è una lotteria. Noi diciamo: se il pm vuole peggiorare una sentenza, facesse appello. Altrimenti diventa una ritorsione".

La proposta di rivedere il patrocinio gratuito a spese dello stato per i non abbienti? "Inqualificabile. Se parliamo di una responsabilità patrimoniale dell'avvocato che fa le impugnazioni, quando parleremo di altrettanta responsabilità dei pubblici ministeri o dei giudici che condannano ingiustamente? Crea molti più danni economici una inchiesta di un pm infondata o una sentenza ingiusta del tribunale rispetto ad una impugnazione, anche 'dilatoria' come la chiama Davigo, da parte del difensore?". "Penso che in tutti i paesi civili si garantisce la difesa a chi non è nelle condizioni di pagarsela. Ci fa orrore il mondo che ha in testa Davigo e ci auguriamo - conclude il presidente dell'Unione camere penali - che queste idee vengano isolate soprattutto dalla Magistratura".

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