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Calcio: Prandelli, stadi devono essere luoghi di aggregazione non di minacce

05 maggio 2014 | 09.55
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Quanto avvenuto nella finale di Coppa Italia "è un problema di tutti noi". "La strada è quella del dialogo, non dell'out-out, ma gli stadi devono essere un luogo di aggregazione propositiva, non di pseudo-minacce. Nessuno deve essere protagonista, se non il calcio. E' un problema del paese, che deve diventare civile a tutti gli effetti. Ma non dobbiamo far finta di nulla, quando Capello parlo' di calcio in mano agli ultra' probabilmente voleva essere da stimolo". Sono le parole del tecnico della Nazionale italiana, Cesare Prandelli, sui fatti avvenuti all'Olimpico di Roma, a Radio Anch'Io Sport.

"E' vero che il calcio ha una cassa di risonanza mediatica straordinaria, ma l'immagine che è stata data al mondo non ci rappresenta. Noi italiani abbiamo bisogno di essere governati, indirizzati. Il nostro compito è quello di aiutare il paese a crescere. Noi italiani abbiamo bisogno di toccare il fondo e di essere governati, tutto il paese deve essere coinvolto altrimenti Fifa e Uefa ci fermeranno come successo con gli inglesi", aggiunge il ct dell'Italia che critica i fischi all'Inno di Mameli: "Ho provato delusione ed amarezza, ma sono convinto che i fischi sono arrivati per aver accumulato tanta tensione dopo ore di attesa tra le notizie del presunto morto, ma in questo non c'e' niente di civile e non ci appartiene".

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