Nicola Schiavone, figlio di Francesco detto Sandokan, minacciò di morte una vittima di usura incapace di onorare i propri debiti e ridotto sul lastrico al punto di vendere due vetture di proprietà, ipotecare la sua abitazione e cedere l'attività commerciale di cui era titolare insieme alla moglie. E' un particolare emerso dall'indagine della Dda di Napoli che ha portato all'esecuzione questa mattina di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip ed eseguita dalla Squadra mobile, nei confronti di 4 destinatari tra i quali proprio Nicola Schiavone, già detenuto.
I quattro sono indagati a vario titolo per usura, estorsione e ricettazione aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare il clan dei Casalesi fazione Schiavone. Le indagini hanno permesso di ricostruire come dal 2004 un commerciante tessile di Aversa (Caserta) avesse contratto debiti usurari, cresciuti in modo esponenziale con il trascorrere del tempo, a causa degli esorbitanti interessi pretesi che lo costrinsero a rivolgersi ad ulteriori usurai.
La documentazione sequestrata e le complesse perizie disposte dalla Procura Antimafia sulla contabilità dell'imprenditore hanno permesso di rilevare che era stato costretto a pagare un tasso di interesse mensile variabile dal 5% al 10% per un importo complessivo di circa 300mila euro, corrisposti nell'arco di 4 anni. L'imprenditore è stato poi avvicinato da soggetti legati al clan dei Casalesi che, consapevoli delle sue difficoltà e quindi della possibilità di realizzare facili guadagni, gli offrirono ulteriori somme in prestito riducendolo sul lastrico. In questo contesto si inseriscono le minacce di Nicola Schiavone, che con il suo intervento disvelò che la provvista di quei prestiti proveniva dalle attività illecite dell'organizzazione mafiosa.