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Carne infetta e contraffatta, 65 indagati e sequestri per quattro milioni

10 giugno 2014 | 08.16
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Sequestri e perquisizioni in ventidue province, tra cui Bari, Roma e Torino. Scoperto un traffico illecito di bovini colpiti da malattie infettive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo. Sigilli a quattro aziende agricole. Coinvolti a vario titolo 56 allevatori, tre autotrasportatori e sei medici veterinari delle Asl del Centro-sud. Lorenzin: “Bene difesa della salute e made in Italy”

(Infophoto)
(Infophoto)

Sequestri per quattro milioni di euro, 65 indagati e sigilli a quattro aziende agricole. È il bilancio dell’operazione che dalle prime ore della mattina ha visto impegnati oltre 300 carabinieri dei Nas e dell’Arma territoriale che hanno dato esecuzione in 21 province di 12 regioni a 78 decreti di perquisizione e sequestro emessi dalla Procura della Repubblica di Perugia nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commercializzazione per la successiva macellazione di bovini infetti e con marche auricolari contraffatte. I provvedimenti, eseguiti in Umbria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Lombardia, Abruzzo, Marche, Basilicata, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, sono stati emessi al termine di un’indagine che dal 2011 ha visto impegnati i carabinieri del Nas di Perugia coordinati dalla Procura umbra.

La prima fase dell’indagine ha portato alla scoperta di un traffico illecito di bovini colpiti da malattie infettive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo. Gli animali, nati in aziende dell’Italia meridionale e insulare, venivano avviati alla macellazione grazie all’intermediazione di due aziende, una perugina e una aretina, nonché di allevatori e medici veterinari che riuscivano a fare eludere i controlli sanitari facendo apparire sani i bovini. Al termine di questa prima fase, all’inizio del 2013, sono state sequestrate quattro aziende agricole e 500 bovini vivi, che sono stati abbattuti e distrutti, per un valore commerciale di due milioni e mezzo di euro.

Nella seconda fase delle indagini, i militari hanno ricostruito la vasta organizzazione criminale in cui erano a vario titolo coinvolti 56 allevatori, tre autotrasportatori e sei medici veterinari delle Asl del centro-sud (Perugia, Arezzo, L’Aquila, Foggia, Potenza e Matera), dediti alla falsificazione di passaporti e marche auricolari che permettevano di introdurre sul mercato bovini di razza ed età diverse da quelle certificate dai documenti. Sono in corso sequestri di allevamenti di bovini vivi per un valore stimato di circa 2 milioni di euro.

Stamattina sono stati sequestrati altri 100 bovini con certificazioni non idonee, ha specificato il capitano Marco Vetrulli, che guida il Nucleo Anti Sofisticazione del comando dei carabinieri di Perugia, il quale ha detto che all’apice di questo giro c’erano un allevatore perugino - già implicato in una precedente indagine dello stesso stampo e tutt’ora sotto processo - e uno aretino. Vetrulli ha spiegato comunque che, anche nel caso di carne infetta, come lo era quella dei 500 capi di bestiame che il Nas di Perugia sequestrò e fece abbattere nel 2011, non c’era pericolo di trasmissione delle malattie di cui erano affette le bestie - come tubercolosi o brucellosi o blue tongue - che vengono abbattute con la cottura. Il capitano dei Nas ha inoltre sottolineato che “nessuna fetta di carne infetta è comunque arrivata nel piatto di qualche consumatore’’, “abbiamo bloccato tutto prima”.

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