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Caso Biot, la Cassazione: resta la ‘doppia’ giurisdizione, militare e ordinaria

01 giugno 2022 | 17.37
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Walter Biot in udienza (Foto Adnkronos)
Walter Biot in udienza (Foto Adnkronos)

Resta la ‘doppia’ giurisdizione nel caso Biot, sia ordinaria che militare. I giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il conflitto di giurisdizione sul caso di Walter Biot, il capitano di fregata arrestato dai carabinieri del Ros nel marzo di un anno fa con l'accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di cinquemila euro. Il conflitto denunciato dall’avvocato Roberto De Vita, difensore di Biot, era stato sollevato dal Tribunale militare davanti alla Suprema Corte.

Il sostituto procuratore generale della Cassazione Antonietta Picardi nelle conclusioni della requisitoria scritta depositata nell’udienza che si e’ tenuta ieri aveva sottolineato come “a fronte di una dichiarata 'diversità delle due incriminazioni l'una attuata con finalità politica e l'altra militare, con possibile autonoma rilevanza giuridica dello spionaggio o della semplice consegna di atti o documenti riservati attuati con fini diversi' nessuno spazio interpretativo ulteriore può trovare ingresso”, e “appare evidente che il Biot dovrà rispondere separatamente delle condotte lui contestate dai due uffici requirenti”, militare e ordinario.

Biot, che e’ detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, e’ infatti sotto processo sia davanti al Tribunale militare sia davanti alla Corte d’Assise di Roma. La procura militare , guidata da Antonio Sabino, contesta a Biot le accuse di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all'estero di notizie non segrete ne' riservate. Accuse che, secondo il codice penale militare di pace, prevedono l’ergastolo. Nei confronti del capitano di fregata, procede anche la procura di Roma che, nell'inchiesta della pm Gianfederica Dito coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta le accuse di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione.

“La Cassazione allo stato non ha ritenuto di decidere nel merito della giurisdizione dichiarando inammissibile il conflitto denunciato dalla difesa e sollevato dal tribunale militare. La questione dei due processi e del bis in idem rimane quindi irrisolta per adesso”, ha commentato all’Adnkronos l’avvocato Roberto De Vita difensore di Biot. “La difesa ha cercato e sta cercando con tutti gli strumenti procedurali possibili di avere un giusto processo, un unico giudice, accesso alle prove, ma la straordinarietà del caso e del momento storico continuano a rendere difficile il confronto tra Stato di diritto e ragion di Stato”, ha sottolinea il penalista.

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