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Caso Geithner, Berlusconi: "Da Londra e Washington riscontri del colpo di Stato"

13 maggio 2014 | 20.35
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Caso Geithner, Berlusconi:

Roma, 13 mag. (Adnkronos/Ign) - Nell'autunno del 2011, in piena crisi dell'euro, alcuni "funzionari" europei avvicinarono l'allora ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner, proponendogli un piano per far cadere il premier italiano Silvio Berlusconi. E' quanto scrive lo stesso Geithner nel suo libro 'Stress Test', in uscita in questi giorni, del quale 'La Stampa' anticipa alcuni passaggi. "Ad un certo punto, in quell'autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell'Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato", scrive Geithner. L'Amministrazione Usa, tuttavia, rifiutò di prendere parte al 'complotto', puntando sul presidente della Bce Mario Draghi per salvare l'eurozona e con essa l'economia globale. "Parlammo al presidente Obama di questo invito sorprendente -scrive ancora Geithner- ma per quanto sarebbe stato utile avere una leadership migliore in Europa, non potevamo coinvolgerci in un complotto come quello. 'Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani', io dissi".

UE: "NO COMMENT" - Nessun commento dalla Commissione europea: ''Sono stati scritti molti libri e sono uscite molte interpretazioni'' degli eventi accaduti durante la fase più acuta della crisi del debito in Europa, ha affermato una portavoce.

BERLUSCONI FURIOSO - ''L'avevo detto io... Questo conferma che c'è stata la volontà di togliermi di mezzo'', tuona Silvio Berlusconi ai microfoni del Tg5. ''E' la conferma - insistie - di ciò che ho sempre sostenuto, ovvero che c'è stata la precisa volontà di togliere di mezzo un presidente del Consiglio democraticamente eletto''. E in un'intervista al 'Foglio' rincara la dose: "Ecco qui le più rilevanti conferme da Washington e da Londra. Puntuali. I magistrati che mi hanno perseguitato una vita senza prove li chiamerebbero 'riscontri' del colpo di Stato''.

FORZA ITALIA INSORGE - Forza Italia però è sul piede di guerra e pretende chiarimenti. Il presidente dei deputati, Renato Brunetta, ha presentato un'interpellanza al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per sapere se il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza "sia a conoscenza dei fatti'' raccontati nel saggio dell'ex ministro del Tesoro degli Stati Uniti e quali iniziative il premier ''intende adottare per chiarire chi erano i 'funzionari' europei citati da Geithner, e da quale autorità erano stati inviati per veicolare un messaggio così pericoloso da costituire un vero e proprio attentato alla sicurezza e alla democrazia del nostro Paese, ferma restando la volontà dell'interpellante di richiedere la costituzione di una specifica Commissione di inchiesta parlamentare sul punto''.

''Geithner -scrive Brunetta- rivela nuove e inquietanti informazioni in merito al complotto organizzato contro Berlusconi per favorire l'ingresso di Mario Monti a Palazzo Chigi, ovvero di un tecnico scelto ad hoc per agevolare le misure imposte da Bruxelles. Nel ripercorrere la disastrosa situazione finanziaria che spinse a progettare il complotto, l'ex ministro statunitense racconta di essere stato avvicinato da alcuni funzionari europei (nel testo scrive 'officials', parola che indica alte burocrazie o personalità legate ai governi) nell'autunno del 2011, proponendo un piano per far cadere il premier italiano Berlusconi". Nell'interpellanza Brunetta riporta stralci di un articolo di Peter Spiegel nel 'Financial Times', del libro di Alan Friedman, ''Ammazziamo il gattopardo'', del libro di Josè Luis Rodriguez Zapatero, ''Il dilemma: 600 giorni di vertigini'', e del suo libro ''Il grande imbroglio'', nel quale racconta, con dovizia di particolari, le vicende del 2011. ''Pare evidente e quanto mai urgente - scrive ancora Brunetta - chiarire quanto avvenuto nel corso del 2011, data la delicatezza della questione, che incide direttamente sulla democrazia (visto che l'obiettivo del complotto richiamato era un governo democraticamente eletto dai cittadini italiani nella primavera del 2008), nonché sul sistema di sicurezza del nostro Paese''.

Per Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi e candidato di Forza Italia alle elezioni europee, le prove di un complotto architettato per far cadere il governo Berlusconi nel 2011, "stanno aumentando di giorno in giorno. Quello che era sotto gli occhi di tutti si sta concretizzando con una serie di autorevoli testimonianze". "Il Governo Berlusconi -prosegue Toti- dava molto fastidio per il suo atteggiamento di difesa strenua degli interessi italiani e molti si sono adoperati per sostituirlo con un governo più morbido, come poi si è rivelato il governo Monti". Secondo Toti sarebbe ora "opportuno ricondurre la politica italiana sulla strada da cui è stata deviata, non per volontà degli elettori ma per una serie di poteri forti e cancellerie straniere".

Sulla stessa linea Paolo Romani, presidente dei senatori di Fi-Pdl. "Il sigillo a quella che ormai si può a tutti gli effetti definire una cospirazione internazionale, dopo le precedenti rivelazioni di Alan Friedman, arriva nientemeno dall'ex ministro del Tesoro statunitense, Timoty Geithner, il quale certifica definitivamente l'avvenuta sostituzione del governo Berlusconi, scelto dai cittadini attraverso il voto, con il tecno-esecutivo (gradito a Napolitano e a Bruxelles) dell'ex commissario europeo, non ancora senatore a vita, Mario Monti".

ALFANO: VALUTEREMO RICHIESTA COMMISSIONE INCHIESTA" - Sulla richiesta di una commissione di inchiesta presentata da Forza Italia per far luce sulle affermazioni dell'ex segretario al Tesoro statunitense Timothy Geithner, il ministro dell'Interno Angelino Alfano annuncia: "valuteremo il da farsi. Abbiamo assistito alla caduta del governo Berlusconi -ricorda- abbiamo vissuto da protagonisti la vicenda politica di quei mesi".

MOGHERINI: "E' VICENDA DEL PASSATO" - "La questione riguarda il passato e ci ricorda come l'Italia abbia attraversato stagioni difficili" interviene il ministro degli esteri Federica Mogherini spiegando che le rivelazioni dell'ex segretario al tesoro Usa non saranno senz'altro discusse nell'ambito dei suoi incontri. "La questione riguarda il passato - ha spiegato - e si tratta di un tentativo non andato a buon fine che ci ricorda come l'Italia abbia attraversato stagioni difficili".

PRESIDENTE COPASIR: "SICURI CONDIZIONAMENTI PER DIMISSIONI" - A palazzo Madama il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, si dice certo che "dei condizionamenti ci sono stati, perché altrimenti non si capisce quello spread che cresceva dalla sera alla mattina...".

Giuseppe Esposito, all'epoca dei fatti vice presidente del Copasir, e braccio destro di Massimo D'Alema, esorta Geithner a fare i nomi e indicare "la nazionalità dei due funzionari che sarebbero stati coinvolti nell'operazione criminale messa in atto per disarcionare un governo eletto dagli italiani''. ''Chi sa di attentati alla democrazia deve denunciarli o ne diventa complice -rimarca il senatore Ncd e attuale vice presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica- a tre anni di distanza dai fatti, Geithner non può lavarsene le mani: non abbiamo bisogno di un altro Ponzio Pilato''. ''E comunque -conclude Esposito- nessuna evidenza c'è stata in quegli anni in Copasir da parte delle Agenzie di Intelligence relative a cambiamenti di governo e a complotti a danni del presidente Berlusconi''.

Anche Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra, all'epoca dei fatti membro del Copasir, fa notare che "in Copasir non arrivò nulla di tutto" quel che dice Geithner.

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