Il ministero dell'Interno indiano ha chiesto ieri alla Nia di modificare le accuse nei confronti dei due marò da omicidio a violenza. Lo scrive 'The Asian Age', ricordando che dopo avere dato il via libera alla Nia di perseguire Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sulla base del Sua act, che avrebbe potuto prevedere la pena di morte, adesso il ministero ha rivisto la sua posizione e i due fucilieri di Marina saranno processati con una legge che prevede un massimo di reclusione di 10 anni e una multa.
Sulle indiscrezioni da registrarsi le dure parole del ministro degli Esteri Emma Bonino. "Talune anticipazioni che provengono oggi da New Delhi sull'iter giudiziario del caso dei nostri fucilieri di marina mi lasciano interdetta e indignata", dice la titolare della Farnesina, riferendosi ai rumors dei media locali che anche nelle ultime ore rimettevano sul tavolo l'ipotesi dell'applicazione della legge anti pirateria Sua Act, e quindi della pena di morte. "L'eventuale richiesta di applicazione della Sua quale base di imputazione per i due marò, laddove dovesse essere confermata, - prosegue il Capo della Diplomazia italiana, secondo quanto si legge in una nota della Farnesina - sarà contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma". "Il Governo ritiene sconcertante tale riferimento e fara' valere con forza e determinazione in tutte le sedi possibili l'assoluta e inammissibile incongruenza di tale impostazione anche rispetto alle indicazioni a suo tempo fornite dalla stessa Corte Suprema indiana", sottolinea Bonino. ''Il nostro impegno a riportare a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone -conclude la titolare della Farnesina - è più forte che mai''.