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Caso Shalabayeva, Improta: "Sono tornato a respirare, per me oggi e’ ancora ieri"

10 giugno 2022 | 15.51
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L’ex capo della Polfer dopo l’assoluzione in Appello, il futuro? "Sono a disposizione"

La Corte d'Appello di Perugia
La Corte d'Appello di Perugia

“Sono tornato a respirare. Per me oggi e’ ancora ieri, sono state ore senza soluzione di continuita’. Siamo passati dagli abbracci ai colleghi e agli avvocati a Perugia a quelli con la famiglia a casa, accolto dal calore di mia moglie Elda che ieri compiva gli anni, dei miei figli e nipoti. L’ansia come di incanto e’ sparita”. Per Maurizio Improta, assolto ieri dalla Corte d’Appello di Perugia nel processo per l’espulsione di Alma Shalabayeva, e’ stato un risveglio scandito dalle chiamate dei colleghi poliziotto gia’ di primo mattino. “Tante chiamate di colleghi e amici ancora emozionati - racconta Improta all’Adnkronos all’indomani del verdetto che ha fatto cadere le accuse per lui, Renato Cortese, altri quattro poliziotti e per il giudice di pace - Tanti di loro avevano somatizzato la nostra situazione e la sentenza e’ stata anche per loro una esplosione di soddisfazione e commozione. Siamo un gruppo molto legato”.

In questi nove anni “sono rimasto in silenzio, per noi hanno parlato e continuano a parlare le nostre storie - sottolinea Improta che e’ stato anche questore a Rimini e a capo della Polfer - La sentenza di ieri sera ci rida’ dignita’”. Il futuro? “Non ho mai fatto programmi da solo, ho sempre fatto riflessioni con i vertici su cosa fosse piu’ utile all’amministrazione. Io amo stare tra la gente, tra i giovani, sono a disposizione e faremo quello che ci verra’ chiesto”.

Caso Shalabayeva, tutti assolti in appello

Il momento piu’ forte e emozionante “e’ stata la telefonata con mia madre novantenne dopo la sentenza” e l’abbraccio con mio figlio in aula “una presenza costante, sempre al mio fianco in questi lunghi anni, che mi ha dato forza e motivazione, ha lavorato vicino al mio avvocato”, dice Improta. E poi, racconta ancora Improta, “non potevo mollare perché e’ arrivato sei mesi fa mio nipote e un padre, un nonno devono dare sicurezza. In questo momento quello che mi sento di dire e’ che sono sereno".

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