La Chiesi Farmaceutici, gruppo parmense con 1,5 mld di euro di ricavi, "oggi come oggi esclude" di quotarsi in Borsa, ma "se si presentasse l'occasione di un merger di grandi dimensioni, allora" la quotazione "potrebbe essere presa in considerazione". Lo afferma Alberto Chiesi, presidente del gruppo farmaceutico che ha oltre 4mila dipendenti ed è presente direttamente in 27 Paesi, prima di ritirare il premio Imprenditore dell'anno 2015, oggi nella sede della Borsa di Milano.
Attualmente, spiega Chiesi, il capitale dell'azienda, che ha "ottant'anni di storia, è per il 100% in mano alla famiglia". Il gruppo è specializzato "in farmaci per malattie respiratorie (asma, bronchite cronica eccetera) e in alcune patologie rare". Nel mondo del pharma, da tempo frizzante sul versante M&A, la Chiesi spera di non essere preda, ma piuttosto aggregatore: "Siccome ci stiamo specializzando sempre di più nelle malattie rare - continua il presidente - il know-how dobbiamo spesso trovarlo altrove, acquisendo delle start-up che poi facciamo crescere".
Per questo, il gruppo emiliano guarda specialmente "agli Usa e all'Europa Centrale e Settentrionale". La Chiesi Farmaceutici, conclude il presidente, investe "circa il 20% del fatturato" in Ricerca e Sviluppo.