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Monza: commercialista in manette per peculato da un mln euro

19 dicembre 2014 | 13.05
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L'uomo, come curatore fallimentare, depositava al giudice un’istanza di autorizzazione ad effettuare pagamenti, ma il mandato del pagamento inviato alla banca veniva modificato con l’aggiunta di cifre accanto all’importo per cui era stata ottenuta l’autorizzazione.

(Agn/Infophoto)
(Agn/Infophoto)

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno arrestato un noto commercialista del capoluogo brianzolo con l’accusa di peculato. Grave l’imputazione mossa al professionista: l'uomo, che rivestiva l'incarico di curatore fallimentare avrebbe illecitamente distratto dai conti correnti intestati alle procedure fallimenti di cinque società denaro per oltre un milione di euro. Il tutto senza autorizzazione dei giudici delegati.

Le indagini, coordinate dal magistrato Walter Mapelli, sono iniziate nel maggio scorso, quando il Tribunale di Monza, accortosi di alcune anomalie su alcuni mandati di pagamento ha revocato l’incarico al curatore in precedenza nominato, inoltrando una segnalazione alla Procura di Monza. Gli accertamenti dei finanzieri del Gruppo di Monza ha permesso di acquisire numerosa documentazione presente nei fascicoli di diverse procedure fallimentari e a individuare il modo del raggiro. Il curatore depositava al giudice un’istanza di autorizzazione ad effettuare pagamenti. Sulla base dell’autorizzazione, la cancelleria del tribunale emetteva in doppio il mandato del pagamento. L’esemplare inviato alla banca, però, veniva modificato dal curatore, con l’aggiunta di cifre accanto all’importo per cui era stata ottenuta l’autorizzazione. In questo modo il professionista riusciva ad ottenere somme superiori a quelle approvate. Grazie alle sue competenze professionali, il commercialista sarebbe riuscito ad appropriarsi di 1.072.317 euro.

Le indagini svolte dalla Procura della Repubblica e dai finanzieri monzesi hanno permesso di individuare una società immobiliare nella disponibilità del commercialista finito in carcere, a cui è intestato un immobile con cinque appartamenti e tre box a Milano. I beni sono stati sequestrati e verranno affidati ad un amministratore nominato dall'autorità giudiziaria, per recuperare il milione di euro sottratto illecitamente ai fallimenti.

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