Nell'incontro con il commissario Dimitris Avramopoulos, ieri a Palazzo Chigi, "io ho lanciato un grido di allarme: l'Europa rischia di franare sotto il peso del problema irrisolto dell'immigrazione. E' un rischio serissimo". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in diretta da Niamey, nel corso di una conferenza congiunta con il presidente della Repubblica del Niger, Issoufou Mahamadou. "Il mio governo vuole un'Europa più forte, più responsabile, più equa, più solidale - ha rimarcato il premier - però attenzione: nonostante abbiamo raggiunto nuove conclusioni e principi, a distanza di mesi continuiamo a non vedere nessuna svolta a livello europeo. Se continua così, il rischio che l'Europa frani sotto il peso dell'immigrazione diventa molto concreto".
Parlando del Niger, Conte ha osservato: "Oggi possiamo dire che sia diventato la frontiera meridionale del Mediterraneo. Il Niger sta dando il suo contributo", ma "ci rendiamo conto che occorre investire anche da un punto di vista finanziario e l'Italia ne ha raccolto l'appello: l'Italia diventa ambasciatrice delle istanze di questa regione e del Niger in particolare perché è chiaro che le risorse che occorrono sono cospicue e non può essere un solo Paese a farsene carico. L'Europa deve fare di più, per l'Africa e anche per se stessa".
Nel suo intervento, il premier ha rimarcato che "bisogna avere risorse finanziarie e capacità operative per contrastare il traffico dei migranti e i gruppi terroristici. E occorre agire in maniera integrata, da soli non si riesce". Per il presidente del Consiglio "non è pensabile agire da soli: i gruppi terroristici hanno una mobilità notevole" e "tutti i Paesi instabili diventano culla di gruppi terroristici", ha sottolineato Conte ricordando come occorra "contribuire alla stabilizzazione della Libia".
