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Coronavirus, rischio nuovi focolai in Corea del Sud e Iran

21 febbraio 2020 | 14.05
LETTURA: 5 minuti

Confermati dalle autorità di Seul cento nuovi casi nelle ultime ore, portando il totale a 204. In Iran 18 casi e 4 morti. Si aggrava bilancio in Cina, 2.239 morti e quasi 75.500 contagi

(Afp)
(Afp)

Sale esponenzialmente il numero delle persone contagiate dal nuovo coronavirus in Corea del Sud. Secondo l'ultimo bilancio delle Centro coreano per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Kcdc) sono 204, 48 in più rispetto al numero fornito dallo stesso Centro poche ore fa. Solo oggi nel Paese asiatico sono stati confermati 100 nuovi casi.
La maggior parte dei contagi, ben 153, sono stati registrati a Daegu e nella circostante provincia del Gyeongsang del Nord. Le autorità sudcoreane ritengono che molti dei contagi in questa città siano legati alla presenza di una donna ad una funzione religiosa in una chiesa.

Il presidente sudcoreano Moon Jae ha parlato di "situazione seria", mentre il primo ministro, Chung Sye Kyun, ha promesso misure "efficaci e rapide" per evitare un'ulteriore diffusione del virus e ha parlato di situazione di "emergenza". "Il governo - ha detto - adotterà misure speciali dichiarando Daegu e Cheongdo zone di controllo speciale alla luce del rapido aumento di casi confermati in queste aree".
L'aumento dei casi confermati di coronavirus ha portato le autorità della Corea del Sud a dichiarare "zone di controllo speciale" le aree di Daegu e Cheongdo, nel sudest del Paese.

IRAN - Altre 13 persone sono state contagiate in Iran dal coronavirus e due di loro sono morte. Lo ha annunciato su Twitter un portavoce del ministero iraniano della Sanità, Kianush Jahanpur, precisando che sette nuovi contagi sono stati registrati a Qom, quattro a Teheran e due nella provincia di Gilan. Sale così a 18 il numero dei casi di coronavirus confermati in Iran con quattro morti. Secondo Minnou Mohraz, membro della Commissione nazionale per le Malattie infettive, il nuovo coronavirus si è diffuso da Qom, nel sud dell'Iran, a numerose città. ''La diffusione del coronavirus è iniziata a Qom e ha raggiunto altre città come Teheran, Babol, Arak, Isfahan, Rasht e altre a causa dei viaggi compiuti dalle persone. C'è la possibilità che esista in tutte le città nel Paese'', ha detto Mohraz, riferendo al ministero della Sanità di Teheran. "Il 'paziente zero' potrebbe essere un lavoratore cinese attivo a Qom e che aveva viaggiato in Cina", ha affermato Mohraz. ''E' chiaro che il nuovo coronavirus si è diffuso nel Paese e probabilmente la fonte di questa malattia sono stati lavoratori cinesi impiegati nella città di Qom e che hanno viaggiato in Cina'', ha affermato.

SI AGGRAVA BILANCIO IN CINA - In Cina è salito a 75.567 il numero dei casi di infezione da coronavirus, con il bilancio dei morti arrivato a 2.239. E' quanto ha reso noto il direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus nella conferenza stampa quotidiana da Ginevra. "Nelle ultime 24 ore la Cina ha registrato 892 nuovi casi e 118 morti", ha aggiunto il direttore generale. Al dato sui contagi confermati si aggiungono 1.614 casi sospetti, mentre 2.109 persone sono state dimesse dagli ospedali del Paese. E sono 512 i casi confermati di coronavirus in quattro carceri della Cina, due dei quali si trovano nella provincia di Hubei, epicentro dell'epidemia. Lo hanno riferito i media di Stato, precisando che nel carcere femminile di Wuhan si registrano 230 contagi, mentre 41 sono quelli nella prigione di Shayang Hanjin. Secondo l'agenzia di stampa 'Xinhua', altri 207 casi si contano nel penitenziario di Rencheng, nella provincia settentrionale di Shandong, e 34 in quello di Shilifeng, nella provincia orientale di Zhejiang.Decine di funzionari del dipartimento che gestisce i penitenziari cinesi sono stati licenziati perché considerati responsabili di non aver adottato misure per evitare la diffusione del virus.

LIBANO - Primo caso confermato di coronavirus in Libano. Il ministro della Salute, Hamed Hassan, ha reso noto che si tratta di una donna di 45 anni risultata positiva ai test dopo essere rientrata nel Paese dei Cedri con un volo dall'Iran. Il ministro ha assicurato che la donna è in buone condizioni. Secondo fonti mediche, è ricoverata al Rafiq Hariri University Hospital di Beirut. Durante una conferenza stampa nella capitale libanese, il ministro ha anche parlato di altri due casi sospetti senza però fornire dettagli.

AUSTRALIA- Due cittadini australiani sbarcati dalla nave da crociera Diamond Princess sono risultati positivi al test per il nuovo coronavirus dopo il rientro in patria. Lo hanno confermato le autorità australiane, come riportano i media locali. Tra i due c'è una ragazza di 24 anni. Ieri sono arrivati a Darwin, nel nord dell'Australia, circa 170 cittadini australiani sbarcati dalla Diamond Princess dopo due settimane di quarantena nel porto giapponese di Yokohama.

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