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Covid, Pregliasco: "Zone bianche? Brividi pensando a caso Sardegna"

21 maggio 2021 | 14.23
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"Le eviterei se non c'è almeno il 50% di popolazione vaccinata" dice all'Adnkronos Salute

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Italia tutta gialla, con alcune Regioni che a breve potrebbero passare in zona bianca. Un'idea che, sulla scorta dell'esperienza sarda, fa venire "qualche brivido di paura" a Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. "Il bianco dà proprio il senso del liberi tutti - afferma all'Adnkronos Salute - quindi, se dipendesse da me, per il momento lo eliminerei proprio. Posso sembrare un po' cattivo, lo so. Ma davvero - insiste l'esperto - la progressione è importante ed eviterei le zone bianche finché non si è raggiunto almeno il 50% di popolazione vaccinata".

Sarebbe una linea di demarcazione che serve per stare un po' più tranquilli, perché "per ora la massa critica di persone positive calcolate sono 400mila, il che significa - stima Pregliasco - che saranno più del doppio, almeno un milione di persone positive contagiose, e quindi il rischio in questo momento è di inciampare in qualcuno che è positivo. Mentre, con il 50% di copertura vaccinale e con ancora alcune restrizioni per non aumentare troppo la frequenza dei contatti, questo virus, questo iceberg di casi banali, ma contagiosi, va a scemare. E quindi ci sarà sempre meno possibilità di infettarsi in giro". "Questa settimana abbiamo il primo dato effettivo dopo le riaperture e direi che sta andando bene" dice Pregliasco. "Speriamo che rimanga così dal punto di vista della progressione e che il colpo di coda da parte del coronavirus davvero non ci sia in seguito, comunque, al maggior numero di contatti che le aperture stanno determinando".

Estate

"Flirt estivi? Facciamolo, ma con progressione. E' meglio, per tanti motivi" dice Pregliasco all'Adnkronos Salute e aggiunge: "Sì alla stretta di mano che ormai abbiamo imparato a igienizzarci, ma per baci e abbracci aspettiamo ancora un po'". Una prudenza necessaria anche se si è vaccinati, precisa l'esperto. "Io manterrei una certa attenzione comunque, a prescindere - dice Pregliasco - E la mascherina va tenuta anche se si è tra vaccinati, almeno in questo periodo. Poi nelle prossime settimane vedremo".

Rischio altri virus

"Sui virus influenzali abbiamo sempre molta attenzione ed esiste un buon livello di sorveglianza internazionale. Il nuovo virus H5N8 preoccupa sicuramente, ma la buona notizia è che lo abbiamo intercettato e possiamo monitorarlo" spiega Pregliasco, parlando del nuovo virus aviario a rischio pandemico descritto su 'Science' da ricercatori cinesi.

"I virus influenzali continuano a infastidirci seppure quest'anno non sono stati molto 'di moda' perché il coronavirus li ha surclassati, e le misure di protezione utilizzate contro il Covid hanno fatto circolare pochissimo l'influenza", dice Pregliasco che invita a cogliere l'aspetto positivo dell'individuazione dell'H5N8. "E' la dimostrazione che siamo in grado di individuare focolai, limitati, di varianti che ci preoccupano perché le varianti H5N8 si rifanno a zoonosi, quindi a possibili salti di specie e coinvolgimento degli umani. E' estremamente positiva, quindi, la capacità di individuare questo rischio potenziale e riuscire a monitorarlo. Un elemento che ci è sfuggito sul coronavirus ma che sull'influenza, grazie alla rete internazionale basata sul principio 'One Health', tra veterinari e medici, permette una sorveglianza complessiva".

Ovviamente questi virus "ci inquietano- conclude - perché hanno caratteristiche che ci piacciono poco, ma è tutta da vedere la capacità di trasmissione uomo-uomo. Come abbiamo visto con il suo predecessore, H5N1, i casi di infezione nell'uomo non sono impossibili, in particolare in situazioni di vicinanza agli animali, come negli operatori degli allevamenti. E' un segnale che, in ogni caso, deve farci tenere l'attenzione alta".

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