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Crisi governo, le prossime mosse di Conte

20 gennaio 2021 | 13.04
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Incassata la fiducia, l'obiettivo è allargare la maggioranza. In corso vertice di maggioranza. Zingaretti: "Evitato salto nel buio"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Incassata la fiducia, adesso il premier Giuseppe Conte deve decidere come proseguire nella sua azione di governo. Un primo passo potrebbe essere quello di recarsi già oggi al Quirinale. In particolare il presidente Sergio Mattarella attende di capire se esiste la possibilità di un nuovo patto che permetta all'esecutivo di contare su una maggioranza solida e in che misura questo comporti dei cambiamenti all'interno della compagine di governo. I due si sono già visti mercoledì e giovedì della scorsa settimana , con l'invito di Mattarella a chiarire in fretta la situazione all'interno della maggioranza e l'impegno di Conte a promuovere in Parlamento il chiarimento necessario dopo le dimissioni delle ministre e del sottosegretario di Italia viva. L'ora del redde rationem è arrivata e a questo punto il premier potrebbe salire già in queste ore al Colle per riferire le sue valutazioni dopo la due giorni di maratona parlamentare.

Sul tavolo naturalmente i numeri emersi dal voto a Montecitorio e Palazzo Madama, che consegnano al governo una maggioranza, anche se solo alla Camera assoluta, mentre al Senato l'equilibrio risulta precario, con un partito, Italia viva, che si è tirato fuori dalla coalizione, senza essere sostituito da un altro Gruppo. Se quindi da un lato occorre prendere atto che l'esecutivo ha ottenuto la fiducia, dall'altro è altrettanto vero che manca un maggioranza parlamentare basata su un chiaro accordo politico, condizione ritenuta sempre necessaria dal Presidente della Repubblica per dare il via libera ad un governo.

Ed è proprio su questo crinale che si troveranno a confronto Mattarella e Conte. Il primo naturalmente è attento a salvaguardare le prerogative della carica che riveste e di tutti gli organi costituzionali, ma allo stesso tempo non può non evidenziare la necessità per il Paese di contare su un governo solido, che sappia rispondere alla drammatica crisi socio sanitaria legata alla pandemia e riesca a presentare all'Europa un Recovery plan concreto, rigoroso ed efficace, per non disperdere le risorse messe a disposizione da Bruxelles.

Prematuro per ora parlare di scenari che potrebbero aprirsi qualora l'equilibrio emerso dal voto delle Camere dovesse invece degenerare e portare ad una crisi di governo. La bussola del Capo dello Stato resta naturalmente la Costituzione e i drammatici problemi a cui è chiamato a far fronte il Paese. Occorre quindi un governo con una maggioranza dai confini ben delineati, viceversa lo scioglimento delle Camere e lo sbocco elettorale potrebbero essere inevitabili, garantendo comunque le risposte di cui l'Italia ha bisogno sul piano economico e sanitario.

Intanto è iniziato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza convocato da Conte. A quanto si apprende, alla riunione dovrebbero partecipare sia i capi delegazione che i leader di maggioranza.

Nella maggioranza stessa si sente l'esigenza di un rafforzamento. "E' stato evitato un salto nel buio, ora dobbiamo gestire piano vaccinale, dobbiamo discutere il recovery, ora dobbiamo concentrarci sui problemi degli italiani, vuol dire affrontare le emergenze", ha detto Nicola Zingaretti aggiungendo: "Si apre la sfida prioritaria del buon governo, dobbiamo costruire prospettiva politica, esito voti conferma che non c'era altra ipotesi di governo". "Il voto in Parlamento conferma che c’è una maggioranza per continuare ad affrontare le urgenze del paese, che vive una profondissima crisi sanitaria e sociale. E’ un primo passo ed ora si può lavorare ad un quadro più solido, necessario per fare quelle riforme che l’Europa ci chiede", afferma il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio che aggiunge: "Si può rafforzare la maggioranza intorno a contenuti e progetti che hanno come obiettivo il bene del Paese. L’appello è rivolto al senso di responsabilità di chi si riconosce nelle esperienze moderate ed europeiste".

La senatrice di Italia Viva, Teresa Bellanova, non perde occasione per ricordare che i voti presi da Conte "mi paiono poca cosa. Pensare di aver vinto con 156 voti, alcuni dei quali raccattati con contrattazioni poco qualificabili e tre senatori a vita. Le sorti delle istituzioni mi sembrano poco solide".

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