2 agosto 1980, ore 10.25: 45 anni fa la strage di Bologna

Alle 10.25, un ordigno posto nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione esplode provocando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Triplice fischio del treno e minuto di silenzio alla commemorazione

Strage di Bologna, 2 agosto 1980 - Fotogramma
Strage di Bologna, 2 agosto 1980 - Fotogramma
02 agosto 2025 | 09.03
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Bologna, 2 agosto 1980, ore 10.25. Alla stazione centrale, posta nella sala d'aspetto di seconda classe, una bomba esplode provocando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Sono passati 45 anni dal più grave attentato terroristico commesso nel Paese nel secondo dopoguerra. Oggi la città e l'Italia intera ricordano le vittime della strage di matrice neofascista.

La commemorazione

Tra applausi e commozione si è svolto intanto il corteo delle celebrazioni. In prima fila la ministra dell'Università e Ricerca Anna Maria Bernini, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, il presidente della Regione Michele de Pascale. La manifestazione ha percorso via Ugo Bassi, per poi procedere in via Marconi, via Amendola e terminare in stazione, dove si sono tenuti i discorsi ufficiali per ricordare le vittime della Strage. Quindi i tre fischi del treno e il minuto di silenzio per ricordare il momento dell'esplosione alle 10.25. Forte e lungo l'applauso scaturito al termine.

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Oggi, nella chiesa di San Benedetto, il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, presiede la messa in suffragio delle vittime della strage. Anche l''Accademia di Belle Arti di Bologna, in collaborazione con il Gruppo FS, ha organizzato una commemorazione per il 45° anniversario della strage con la partecipazione dell'autobus "Trentasette", utilizzato per il trasporto di feriti e vittime dopo l'attentato. Questo veicolo, restaurato grazie all'impegno di numerosi esperti e volontari di Tper, ha partecipato al corteo commemorativo. Il suo impiego è strettamente legato alla memoria storica dell'evento e alla lotta contro la violenza: il "Trentasette", rimasto registrato nel libro matricole della flotta aziendale di Tper, rappresenta un simbolo tangibile del ricordo delle vittime e della dedizione dei soccorritori, in particolare dell'autista Agide Melloni.

Il sindaco: "Lotta perché sentenze siano pubblicate"

"Ci batteremo a ogni livello affinché siano pienamente pubblicate le sentenze sulla strage, così come prevede la legge italiana e come invece impedirebbero il decreto del governo e la circolare dell'archivio di Stato. Tutti devono potervi accedere alle sentenze. Il governo non osi insabbiare questa verità", ha detto il sindaco di Bologna Lepore, durante la cerimonia di commemorazione.

"Vorrei ringraziare i protagonisti del lavoro giudiziario che ha portato alle ultime sentenze sulla strage - ha detto Lepore - la procura generale e i magistrati, gli avvocati di parte civile che ci hanno rappresentati e l'associazione dei familiari delle vittime. Dopo 45 anni di battaglie, abbiamo ottenuto oltre alla sentenza sui mandanti, due sentenze passate in giudicato, nessuna indagine o processo sullo stragismo del dopoguerra era mai arrivato così in alto, fino ai mandanti e al quadro politico nazionale e internazionale che provocò la strage. Non si può certo gioire per una sentenza relativa a una strage così efferata".

Lepore ha poi abbracciato il presidente uscente dell'Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi: "Sei stato in un tutti questi anni un punto di riferimento e una quercia per tutti noi, permettimi un gesto che credo qui tutti in questa piazza vorrebbero fare: fatti abbracciare. Permettimi anche di ribadire in questa sede - ha concluso - che ci batteremo ad ogni livello affinché siano pienamente pubblicate le sentenze sulla strage così come prevede la legge italiana e come invece impedirebbero il decreto del governo e le circolari dell'Archivio di Stato. Tutti devono potervi accedere, alle sentenze. Il governo non osi insabbiare questa verità! Dopo la corte di cassazione, possiamo dire chi è stato e abbiamo le prove. Ci sono verità giudiziarie passate in giudicato".

Famiglie vittime: "No a riscritture interessate della storia"

"Alla presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un'altra cosa è l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare". Così Bolognesi, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, dal palco in stazione a Bologna.

"Presidente Meloni - ha detto ancora - condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici".

"Sappiamo bene che gli amici degli stragisti non si collocano solo a destra, perché il partito dei nemici della verità è trasversale, così come era trasversale la famigerata loggia massonica P2. È però un fatto che tutti gli stragisti italiani passarono dal Movimento Sociale Italiano, partito costituito nel 1946 da esponenti della Repubblica Sociale Italiana (allora in gran parte latitanti perché ricercati dalla nuova giustizia della Repubblica democratica), che fino all'ultimo avevano combattuto con i tedeschi contro i partigiani, partito che si collocava apertamente contro la nascente Costituzione nata nel 1947 e ispirata alla lotta di Liberazione", ha continuato.

Bolognesi ha proseguito affermando che "la verità con la 'V' maiuscola di cui parla il ministro Lollobrigida sembra assomigliare a una mistificazione più che alla realtà, a una menzogna più che alla verità. Di recente sono state rese note alcune chat tra due attuali esponenti della maggioranza parlamentare, l'onorevole Frassinetti e il ministro Lollobrigida, in cui riferendosi al processo relativo al 2 agosto, parlano di 'sentenza sbagliata' e il ministro Lollobrigida invita a tenere un basso profilo sulla strage alla stazione, cosicché una volta al Governo avrebbero potuto provvedere a diffondere la 'verità con la V maiuscola'. In effetti, bisogna riconoscere che certi personaggi hanno un solo modo per uscire bene da questa triste vicenda: non parlarne, fare finta di niente, sperare che ci si dimentichi".

"Perché, se se ne parla invece - ha proseguito ancora Bolognesi - bisogna dire che per anni gli esecutori materiali della strage alla stazione, camerati amici di gioventù, sono stati furbescamente dipinti come ingenui spontaneisti armati, laddove invece erano stati ben preparati e addestrati militarmente e sono state inequivocabilmente provate le loro coperture in seno ai servizi segreti - ha sostenuto Bolognesi - Perché, se se ne parla, bisogna dire che sono incredibili i trattamenti di favore riservati agli stessi esecutori materiali dell'eccidio del 2 agosto che, pur essendo pluriergastolani mai pentiti, sono da anni in libertà, in barba al principio di certezza della pena sbandierato nelle campagne elettorali".

I messaggi del governo nel 45esimo anniversario

"A 45 anni dalla strage di Bologna, che con matrice fascista colpì al cuore l’Italia spezzando 85 vite e ferendone oltre duecento, il nostro dovere è di non dimenticare e di non attenuare lo sdegno, nel segno del rispetto delle vittime e della vicinanza ai loro familiari. Non c’è spazio per l’oblio: la coscienza civile del Paese si rigenera nel rifiuto della violenza e nella difesa dei valori democratici", scrive su 'X' il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "Perché la memoria e la speranza vivono l’una dell’altra e non sono perite nella strage. Nel rivivere l’oltraggio dell’attentato terroristico, la nostra coscienza civile, conferma il rifiuto della barbarie e si rigenera", conclude.

"A Bologna, il 2 agosto 1980, si consumò uno degli eventi più drammatici della storia del nostro Paese. Una strategia eversiva, che le sentenze hanno attribuito a esponenti di organizzazioni neofasciste, causò la morte di 85 innocenti e il ferimento di oltre 200 persone. Il terrorismo colpì con tutta la sua ferocia la Nazione. La Città e l’Italia intera seppero rispondere con i più alti valori civili, opponendo la forza della democrazia alla violenza del terrorismo. Esprimo con commozione la mia vicinanza ai familiari delle vittime e ai sopravvissuti di una strage che non sarà mai dimenticata", così su 'X' il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

''Ricordiamo le 85 vittime della strage di Bologna. Una delle pagine più buie della nostra storia, frutto dell'odio e dello stragismo di quegli anni. Le responsabilità e la matrice neofascista sono state accertate, ricordare quanto accaduto deve essere un monito a tutela della libertà e della democrazia'', ha scritto su 'X' il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, rivolgendo ''un pensiero alle vittime e ai loro familiari, a chi rimase profondamente segnato da quell'ignobile evento''.

"45 anni fa, una bomba alla stazione di Bologna spezzò 85 vite e lasciò una ferita profonda nel cuore del Paese. Il più grave attentato terroristico della storia della nostra Repubblica. Ricordare è un dovere: mai più sangue innocente", le parole su X del vicepremier Matteo Salvini.

Le parole dell'opposizione

"Oggi il pensiero va ai familiari delle vittime che non si sono mai arresi nel percorso che ha portato ad accertare la verità, storica e giudiziaria, della strage che 45 anni fa, alla stazione di Bologna, strappò la vita a 85 persone, ne ferì oltre 200, distrusse molte altre famiglie per il dolore e l'angoscia", ha scritto su Facebook il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte.

"È stata una strage realizzata da neofascisti, con il complice tradimento di apparati dello Stato, ideata dai vertici della P2. Coloro che rappresentano ai vari livelli le istituzioni dovrebbero adoperarsi - di fronte a questo e ad altri passaggi tragici della vita del Paese - per evitare che continuino ad essere diffuse mezze verità, racconti di comodo, ricostruzioni incerte. Il modo migliore per onorare le vittime è fare tutto il possibile perché si faccia giustizia e si racconti la verità sui momenti più tragici della storia d'Italia", ha concluso.

"La condanna di Bellini, dopo quella di Cavallini" segnano "una verità che ormai è incastonata e che chiarisce la matrice neofascista, perseguita attraverso anche la collaborazione di apparati deviati dello Stato che perseguivano un disegno eversivo della Repubblica", le parole della segretaria del Pd Elly Schlein a un'iniziativa a Bologna.

"Questa è la verità incastonata nelle parole di queste sentenze che devono essere rese pubbliche. Tutti i cittadini e tutte le cittadine devono avere diritto, come chiedono i familiari delle vittime, a poter leggere queste sentenze perché tra le righe di queste sentenze si possono trovare elementi che collegano tra loro le stragi che hanno scritto le pagine più nere della Repubblica. Il processo si è concluso la condanna c’è stata ma da quelle sentenze si potranno approfondire ulteriori aspetti per approfondire quelle stragi" ha detto ancora.

E ancora: "L'associazione dei familiari va ringraziata insieme alla Procura generale di Bologna perché senza il suo impegno, con tutti i tentativi di depistaggio che questi hanno avuto negli anni e che ci portano ancora all'oggi, perché senza il loro lavoro noi non saremmo arrivati, pur con ritardo, a questa verità. Sono passati quarantacinque anni e quello che dicono familiari delle vittime è dentro le sentenze per cui invito tutti a leggerle, anche chi governa", ha detto ancora rispondendo a una domanda dei cronisti che le chiedevano un commento rispetto alle contestazioni ricevute dalla ministra Anna Maria Bernini.

"45 anni fa una bomba straziava 85 persone e ne feriva oltre 200 a Bologna. Una strage fascista voluta e coperta dai Servizi deviati dello Stato. Per arrivare alla verità ci sono voluti decenni, e ancora a destra non vogliono riconoscere le responsabilità", scrive quindi su X Nicola Fratoianni di Avs.

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