Omicidio Diabolik, 8 gennaio al via il processo di Appello

Omicidio Diabolik, 8 gennaio al via il processo di Appello
15 ottobre 2025 | 16.37
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Si aprirà il prossimo 8 gennaio il processo d’Appello a Raul Esteban Calderon per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, il leader degli Irriducibili, noto come ‘Diabolik’, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti. Lo scorso 25 marzo i giudici della Terza Corte di Assise di Roma lo avevano condannato all’ergastolo non riconoscendo però l’aggravante del metodo mafioso come chiesto invece dai pm Mario Palazzi, Rita Ceraso e Francesco Cascini, che sul punto hanno presentato appello.

Per i giudici di primo grado “sono state ritenute attendibili le prove acquisite e pertanto dimostrate alcune circostanze di fatto: il contesto di criminalità organizzata in cui il delitto è maturato, il movente e i mandanti dell'omicidio, la reazione scatenata contro i mandanti dal gruppo di Piscitelli dopo il delitto, i legami strettissimi esistenti tra i mandanti e tra l'imputato e tra Leandro Bennato e Giuseppe Molisso, il ruolo di killer professionista assolto dall'imputato al soldo di Bennato e Molisso, l’identificazione nell'imputato del killer che, nel tardo pomeriggio di una calda giornata d'estate del 2019, ha freddato con un colpo alla nuca Fabrizio Piscitelli”. Un quadro, hanno sottolineato nelle oltre 400 pagine di motivazioni, “arricchito di nuovi elementi di prova, costituiti dalle chat criptate delle piattaforme Encrochat e Sky-Ecc, dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Fabrizio e Simone Capogna e dagli esiti di altri procedimenti penali che, valutati congiuntamente agli elementi già scrutinati in sede cautelare e acquisiti in dibattimento, dimostrano, a giudizio della Corte, oltre ogni ragionevole dubbio, l'appartenenza dell'imputato alla fazione criminale capeggiata da Leandro Bennato e Giuseppe Molisso e il ruolo di killer da lui assolto nell'omicidio”.

E nell’atto di appello i pm chiedono di acquisire come nuove prove i dati del traffico telefonico del cellulare in uso proprio a Leandro Bennato nel giorno dell’omicidio ‘Diabolik’. Per gli inquirenti il telefono di Bennato il 7 agosto 2019 avrebbe agganciato prima la cella compatibile con l’indirizzo dove viveva Calderon, e poi alle 18.44 quella in viale Spartaco, compatibile con via Lemonia, nei pressi del luogo dell’omicidio. Appello con richiesta di rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale per chiedere il riconoscimento del metodo mafioso che sarà ancora una volta sostenuto anche dalle parti civili, la mamma, la sorella e il fratello di Piscitelli, costituite nel processo. “Noi continueremo a sostenere l'aggravante del metodo mafioso perché dall'attenta lettura della sentenza di primo grado - sottolinea all’Adnkronos l’avvocato Tiziana Siano, legale di parte civile della sorella e della madre di Piscitelli - l'omicidio è ben contestualizzato sia dal punto di vista delle modalità, della motivazione e quindi dell'ambito in cui è stato ucciso Fabrizio. Tanto che non si comprende per quale motivo poi a fronte di tutta questa dettagliata ricostruzione non si sia riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso”. Dal canto suo la difesa di Calderon, la cui vera identità per gli inquirenti è quella di Gustavo Alejandro Musumeci, ha depositato l’appello invece contro l’ergastolo e l’aggravante della premeditazione. A gennaio il processo arriverà in Appello davanti ai giudici della Prima Corte d’Assise d’Appello di Roma.

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