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Da console 'nero' a console 'noir', il ventre di Tokyo nel primo romanzo di Mario Vattani

24 febbraio 2016 | 16.01
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Da console 'nero' a console 'noir', il ventre di Tokyo nel primo romanzo di Mario Vattani

"Scrivere Doromizu è stato come un incantesimo, una magia per ritornare in Giappone in un modo diverso, come una persona diversa, come non ci sono mai stato. Mi sono reincarnato in un giovane di 24 anni, appassionato di cinema e della vita a Tokyo. gli ho dato delle similitudini con me stesso, il fatto di essere cresciuto in Inghilterra, di non sentirsi mai veramente a suo agio nella sua cultura di origine. È stata un'esperienza eccezionale simile alla metafora di Faust che riesce per qualche momento a strappare a Mefistofele un'immagine vivida di una vita diversa. Ora mi ricordo del mio racconto come se l'avessi vissuto davvero, e credo che questa succederà anche a chi lo legge". Così Mario Vattani, l'ex console italiano a Osaka finito al centro delle polemiche per la sua partecipazione a un raduno di Casapound, racconta all'Adnkronos 'Doromizu, Acqua Torbida', il suo primo romanzo, appena uscito in libreria per Mondadori – Strade Blu (Pagine: 372 – Prezzo: euro 20,00).

Vattani sceglie il ventre di Tokyo, i quartieri più impenetrabili della città nella quale ha vissuto a lungo, per ambientare il suo primo romanzo. Una Tokyo d’inizio millennio, tenebrosa e tentacolare. Il protagonista Alessandro Merisi (Alex) è uno squattrinato venticinquenne italiano, da due anni nella capitale giapponese con un visto di studio.

Aspirante cineasta, Alex vive il rapporto col Giappone in modo maniacale attraverso il cinema, le donne, e il lungo e doloroso tatuaggio tradizionale irezumi. Una serie di coincidenze lo precipitano in una spirale negativa, una discesa negli inferi verso i luoghi più oscuri e viziosi della capitale nipponica, facendogli perdere amicizie, amori, speranze, e mettendo a rischio la cosa che gli è più cara al mondo.

Veloce e ricca di colpi di scena, la trama si appoggia su uno stile immediato, cinematografico, che porta il lettore a identificarsi col protagonista e lo inchioda alla lettura fin dalle prime pagine, facendogli vivere in prima persona esperienze e situazioni altrimenti difficili da immaginare.

Doromizu è un romanzo commovente e nel contempo spietato, che costringe il lettore a sdoppiarsi, a reagire a un doppio registro di emozioni. Seguiamo le vicende di Alex, voce narrante del romanzo, ma veri protagonisti sono la Tokyo di Doromizu, e le donne che si incontrano nelle sue pagine. Parola chiave dunque, non può che essere “ventre”, insieme centro del piacere e della creazione, unico luogo possibile dove cercare una rinascita che per Alex dovrebbe coincidere con il raggiungimento di una nuova identità.

L’ispirazione del libro nasce dall’immaginario dei film di Kenji Mizoguchi, Tadashi Imai, Yasujiro Ozu, ma anche dei racconti della scrittrice giapponese Ichiyo Higuchi, il titolo “Acqua Torbida” richiama, infatti, il suo celebre racconto Nigori-e.

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