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Mostre: 'Tempo reale e tempo della realtà' a Palazzo Pitti

10 settembre 2016 | 17.09
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Orologio da mensola cassa: manifattura francese. Meccanica: Francia, 1810 circa. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, Sala di Ercole
Orologio da mensola cassa: manifattura francese. Meccanica: Francia, 1810 circa. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, Sala di Ercole

Palazzo Pitti mette in mostra i suoi orologi con la mostra 'Tempo Reale e tempo della realtà - Gli orologi di Palazzo Pitti dal XVII al XX secolo', dal 13 settembre all'8 gennaio prossimi. La mostra è nata dal desiderio di richiamare per la prima volta l’attenzione del pubblico sull’importante collezione di orologi conservata nei prestigiosi ambienti di Palazzo Pitti, attraverso una significativa scelta di tali oggetti d’arte selezionati in base alla forma e destinazione d’uso ed ambientati in una suggestiva scenografia di arredi e dipinti coevi. A essere esposti saranno sessanta orologi selezionati da un patrimonio totale di oltre 200 esemplari, la maggior parte storicamente legati al Palazzo oppure acquisiti in seguito a donazioni per le collezioni museali. La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Enrico Colle e Simonella Condemi, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Muse. La monumentale figura marmorea di Kronos di Gherardo Silvani accoglierà per l'occasione i visitatori nel cortile del Palazzo, per indicare il percorso espositivo, allestito in alcune sale dell’Appartamento della Duchessa d’Aosta, alla scoperta delle molteplici forme che il tempo assunse nelle varie epoche in cui la Reggia fiorentina fu residenza di tre diverse dinastie: medicea, lorenese e sabauda.

"Apprezzati anche a Firenze non solo come oggetti d’arte, spesso di lusso e pregio inaudito, ma anche per il fatto di essere automi meravigliosi, come si sa dalle fonti fin dai tempi di Lorenzo il Magnifico, gli orologi delle collezioni medicee e lorenesi -sottolinea Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi- ci restituiscono l’immagine di una corte dove le competenze meccaniche e tecniche erano ammirate non meno delle doti creative degli orafi che inserivano i meccanismi entro complesse decorazioni, molto spesso popolate di allegorie sul Tempo, e dove addirittura si stipendiava un orologiaio per mantenere in ordine i delicati meccanismi di questi oggetti preziosi."

Inseriti in un suggestivo e spettacolare allestimento, i segnatempo in mostra documentano stili di epoche diverse, ed i gusti di coloro che si successero sul trono del Granducato di Toscana: dalla sobria eleganza della religieuse decorata con lo stemma mediceo e con la mostra sorretta dalla figura alata e barbuta, allegoria del tempo, all’orologio raffigurante una maestosa Aurora, ogni pezzo dimostra quanto fosse importante dare al tempo una materializzazione simbolica. I segnatempo saranno affiancati a dipinti in cui, fra i ricchi fondali scenografici, è possibile ammirare orologi simili a quelli in mostra, permettendoci così di immaginare come dovevano apparire inseriti nel loro contesto originario. Accompagnati dal ticchettio degli orologi, e suggestionati dall’idea di udire gli stessi suoni che echeggiavano nelle sale di Palazzo Pitti quando era ancora Reggia, si arriverà quindi alla sezione dedicata al rapporto fra tempo e musica..

Superbo esempio ne è l’Orchestrion esposto nella Sala della Musica, congegno in grado di suonare come un’orchestra, regolato dall’orologio a lira posto sulla sua sommità. Inoltre, la creazione di orologi musicali fu spesso associata all’uso di automatismi, come nel caso dell’orologio da mensola a forma di voliera con uccellini meccanici colorati, in un intreccio fra tecniche di orologeria e meccanica dagli esiti sicuramente meravigliosi per gli spettatori dell’epoca. Il corpus di segnatempo di Palazzo Pitti trova un perfetto completamento nelle donazioni da parte di collezionisti di importanti gruppi di orologi da persona, pervenute al Museo del Tesoro dei Granduchi a partire dal 1929.

Il tempo Reale, tradotto nelle forme dei preziosi orologi delle Collezioni Granducali e Reali di Palazzo Pitti, si conclude simbolicamente con l’opera di Piero Bernardini 'La partenza del Granduca Leopoldo II da Firenze nel 1859', momento in cui le sorti della Toscana e dell’intera penisola viravano verso la realizzazione dell’unità nazionale. Il palazzo avrebbe di lì a poco cambiato il suo ruolo, divenendo spazio per il tempo della realtà, perdendo la funzione di reggia per acquisire quella di museo. A fare da anello di congiunzione fra Ottocento e Novecento, una serie di preziosissimi gioielli contemporanei ispirati al tempo, come l’anello di Fausto Maria Franchi 'Ore perdute', o la collana d’ispirazione surrealista 'L’eterno ritorno' di Virginia Tentindò, oggetti dall’importante contenuto concettuale che ci mostrano forme inedite per rappresentare il tempo. Questo piccolo approfondimento introduce all’ultima, sezione della mostra, dedicata al Novecento e allestita presso il Saloncino delle Statue all’interno del percorso della Galleria d’arte moderna. In questa sala saranno esaminati alcuni aspetti del nuovo modo di percepire il tempo nel XX secolo: un tempo straniante, come può essere quello racchiuso nella figura dello Straniero di Felice Casorati, o veloce e meccanico, come testimonia il Libro imbullonato di Fortunato Depero.

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