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Camilleri, l'omaggio dell'Accademia della Crusca

17 luglio 2019 | 14.57
LETTURA: 3 minuti

Secondo il linguista Ugo Vignuzzi: "E' stato creatore di una lingua originale"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Paolo Martini
Anche l'Accademia della Crusca, la secolare istituzione fiorentina incaricata di custodire la purezza della lingua italiana di Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca, rende omaggio ad Andrea Camilleri . E lo fa sui social network proprio riconoscendo l'originalità linguistica dell'opera del creatore del commissario Montalbano.

Su Twitter, la Crusca riporta una frase dello scrittore sulla lingua accompagnata dalla sua fotografia: "Mi capita di usare parole dialettali che esprimono compiutamente, rotondamente, come un sasso, quello che io volevo dire, e non trovo l'equivalente nella lingua italiana. Non è solo una questione di cuore, è anche di testa. Testa e cuore".

Su Facebook, sotto una foto del narratore, appare il titolo "Per Andrea Camilleri" e un articolo a firma dell'accademico Ugo Vignuzzi, in cui si evidenzia che nel successo di Camilleri "la lingua è certo uno dei fattori principali: si tratta, a nostro parere proprio di una scelta linguistica originalissima, variamente definita con le etichette di "misto", "ibrido", "meticciato" (e così via) che mescola variamente italiano, dialetto e forme regionali. Questi diversi componenti, della "cucina" di Camilleri per di più appaiono al loro interno ulteriormente stratificati e complicati: non solo quindi forme assolutamente locali (dialetto vero e proprio), forme di incontro tra lingua nazionale e usi locali e regionali (dialetto più o meno italianizzato e italiano più o meno regionale), ma pure italiano popolare (soprattutto nella parodica imitazione della lingua dei semicolti), e infine letterarietà più o meno scopertamente esibita (si pensi solo alle non infrequenti clausole ritmico-metriche di cui la prosa camilleriana è non casualmente trapuntata)".

La pagina Facebook dell'istituzione linguistica fiorentina ripubblica l'ntervento dell'accademico Ugo Vignuzzi in risposta a un quesito di Vincenzo Teodoro di Roma sulla lingua di Camilleri, che era apparso in prima battuta sul periodico "La Crusca per voi" dell'aprile 2003. A parere del linguista Vignuzzi, "i romanzi di Camilleri se non potranno garantirgli un posto, magari accanto a Dante o a Manzoni, nei manuali di storia della letteratura, pur tuttavia rappresentano ormai un preciso punto di riferimento nel panorama letterario di questi ultimi anni", come in primo luogo mostrano i volumi a lui dedicato dai "Meridiani Meridiani", nonché la nomina a Grande Ufficiale al Merito della Repubblica da parte del presidente Carlo Azeglio Ciampi.Conclude Vignuzzi: "Il problema di una letteratura che si 'compromette' con le varietà locali è un problema 'di lunga durata' nella nostra tradizione culturale: e in questo senso ci pare di non dover nutrire troppa preoccupazione nei confronti di una prosa narrativa che attinge alla realtà dialettale ma non è dimentica al contempo della letterarietà della tradizione italiana".

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