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Storia: 'scoop' ricercatore italiano, castello Weimar disegnato da de' Servi

30 giugno 2020 | 18.00
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Davide Martino: "La ricerca non abbia confini"

Storia: 'scoop' ricercatore italiano, castello Weimar disegnato da de' Servi

Il castello di Weimar, sito patrimonio dell'Unesco, venne disegnato dall'architetto fiorentino Costantino de' Servi, una 'spia' dei Medici, e non da Giovanni Bonalino come si riteneva finora. E' la scoperta cui è arrivato, dopo una lunga serie di studi, il ricercatore Davide Martino, dottorando alla facoltà di Storia dell'Università di Cambridge.

Costruito alla fine del X secolo, residenza fino al XVIII dei Duchi di Sassonia-Weimar, il Castello nella città tedesca di Turingia venne distrutto nel 1618 da un vasto incendio, a seguito del quale venne ricostruito in stile italiano. Gli storici hanno finora attribuito il lavoro a Giovanni Bonalino, ma le ricerche di Martino, in particolare le analisi di una serie di lettere del diplomatico e architetto scoperte a Firenze con la descrizione del nuovo progetto, indicano che sarebbe in realtà opera di de' Servi.

"Quello che questo tipo di lavoro sottolinea è che la ricerca non dovrebbe avere i confini - dice Martino all'Adnkronos - Il motivo per cui finora nessuno si era mai accorto di chi avesse realmente progettato il Castello è che una fonte sta a Weimar, vale a dire la planimetria del Castello non firmata e che si è pensato fosse dell'unico italiano che in quel periodo era a Weimar, e che altre fonti stanno a Firenze".

"Ma siccome gli storici tendono a lavorare a compartimenti stagni, non ci si accorge di queste connessioni. Tra l'altro nel '600 i confini nazionali non esistevano, perché non esistevano né l'Italia né la Germania, quindi non ha senso parlare di storia tedesca o italiana, piuttosto bisognerebbe parlare di storia europea".

Il lavoro di Martino, cui già si deve la scoperta che Costantino de' Servi era un informatore dei Medici presso le corti europee in cui soggiornava, è stata pubblicata sulla rivista di storia tedesca "Zeitschrift für Kunstgeschichte".

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