L'autore e voce de 'Il Ruggito del Coniglio' rilegge Dickens in 'Canto di Natale con autotune' con le illustrazioni di Max Paiella
Un 'Canto di Natale' senza magia, corretto artificialmente come una voce stonata. È questa l'immagine che Marco Presta, celebre autore e conduttore radiofonico, ha scelto per la sua rilettura moderna e dissacrante del capolavoro di Dickens. Nel suo nuovo romanzo per Einaudi, 'Canto di Natale con autotune', disponibile da oggi, illustrato da Max Paiella, il vecchio e avaro Ebenezer Scrooge diventa Aurelio Scrocchia, un cinico produttore discografico che si arricchisce producendo "la brutta musica italiana di oggi". Un racconto che usa il mondo della musica come metafora per criticare un'intera società, la sua ipocrisia e la sua povertà culturale.
"L'idea è nata da una proposta della mia editor di Einaudi", racconta Prest e aggiunge: "Un Canto di Natale nell'Italia di oggi non può che essere un canto fasullo, con l'autotune. L'autotune è il simbolo perfetto della musica leggera attuale: un correttore che in realtà non corregge, ma camuffa. È un inganno". Il libro diventa così un personale riscatto per l'autore, che da anni, con la sua trasmissione 'Il ruggito del coniglio', è costretto a subire e mandare in onda brani che non apprezza. "Finalmente ho avuto la possibilità di dire quello che penso su questa immensa truffa che è la musica leggera italiana contemporanea", ammette. "Anche se, a dire il vero, non mi trattengo neanche per radio", ironizza amaramente.
Nel romanzo, i cantanti prodotti da Scrocchia hanno nomi di fantasia, ma l'ispirazione è reale. "Ognuno si rifà a un cantante vero", svela Presta. "Parte del gioco per il lettore sarà proprio indovinarli". E la critica non risparmia il palco più importante d'Italia. "L'ultimo Sanremo l'ho visto e, perché non dirlo, non c'era una canzone decente", afferma senza mezzi termini. "Manca la melodia, non esiste più. Ci sono solo cori da stadio. La musica italiana oggi è un'immensa risacca di monnezza che ci travolge e ci peggiora". Una solitudine, quella di Presta, che a volte lo fa dubitare. "A volte mi sento drammaticamente solo in questa battaglia, tanto da pensare di essere io nel torto. Poi riaccendo la radio e mi convinco di essere nel giusto".
Secondo l'autore, la musica è solo la punta dell'iceberg di un malessere più profondo. "Poteva essere la politica, il cinema... Il cinema italiano è mediamente brutto, la televisione è bruttissima, e anche la letteratura non mi esalta. Viviamo in un momento storicamente non particolarmente felice". E sui social il commento è lapidario: "Sono una tragedia. La razza umana si estinguerà e resteranno solo i social". In questo scenario, la coscienza collettiva è 'intorpidita'. A differenza dello Scrooge originale, tormentato dai fantasmi del suo passato, il suo Aurelio Scrocchia ha bisogno di una scossa esterna: "Nel libro è un alcaloide, che lui prende senza volerlo, e che paradossalmente ha un effetto positivo: risvegliare la sua coscienza".
Una critica feroce che colpisce anche il 'politicamente corretto", definito "in gran parte un'espressione di ipocrisia. Siamo tutti contro il sessismo, poi esce un cantante con testi violentemente sessisti che però 'appartiene alla comitiva' e improvvisamente non va censurato. È una presa in giro. Un signore per bene, nato tanti anni fa, diceva: 'Guai a voi, scribi e farisei ipocriti'. Ecco, ce ne sono ancora tanti". E se dovesse dare un consiglio all'attuale direttore artistico di Sanremo, dopo la sua redenzione? La risposta è secca: "Dimettiti. È l'unica azione sensata che, peraltro, in Italia non fa mai nessuno" .
A dare un volto a questo mondo cinico e a questa difficile redenzione sono le illustrazioni di Max Paiella. Il suo lavoro crea un ponte tra l'iconografia classica e una sensibilità moderna. "Il punto di partenza è stato Arthur Rackham, uno dei primi illustratori di A Christmas Carol", spiega Paiella. "Abbiamo cercato di recuperare alcuni di quegli stilemi, unendoli però alla mia passione per il fumetto. Dentro c'è Frank Miller, c'è José Muñoz e anche Andrea Pazienza. Per Paiella, che si definisce "un illustratore che la disperazione ha portato a fare il comico", questo libro è un ritorno al suo primo amore. La sfida più grande? "La prima tavola: trovare un compromesso tra la frenesia di una Via Condotti a Natale e questo Scrooge moderno che schifa tutti, ma soprattutto se stesso. Illustrare questo è stato come creare lo storyboard per un grande film di Natale, raccontando la ricerca di sé in un'epoca in cui l'umanità intera sembra avere perso". (di Loredan Errico)