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Federmanager: Cuzzilla, da 70 anni 'in viaggio' tra trasformazioni paese

09 ottobre 2015 | 18.45
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Stefano Cuzzilla
Stefano Cuzzilla

"'Protagonisti del domani', abbiamo scritto a chiare lettere sui manifesti di questa che è innanzitutto la nostra festa affinché quell’esperienza in cui dobbiamo riconoscerci possa essere rilanciata anche all’esterno, verso sfide ulteriori". Così Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, nel corso del suo intervento oggi a Roma, in occasione dell'evento celebrativo dei 70 anni dell'associazione che rappresenta oltre 180 mila dirigenti, quadri apicali e alte professionalità delle aziende produttrici di beni e servizi, e presente sul territorio nazionale con 58 associazioni territoriali.

"Federmanager -ha continuato-ha maturato esperienza in questi 70 anni in cui ha attraversato, accanto ai manager industriali, le trasformazioni più rapide e rivoluzionarie della storia di Italia. Vogliamo averne memoria, ma soprattutto aprire una riflessione sulla nostra identità e su ciò essa esprime: una collettività presente, coesa, collaborativa, responsabile e innovativa che continua a contribuire allo sviluppo del Paese".

"Celebriamo dunque questi 70 anni di attività -ha detto ancora Cuzzilla- in un contesto di accelerazione: vanno prese in fretta scelte consapevoli e strutturali. E' un fatto che negli ultimi anni abbiamo sofferto la perdita di un numero cospicuo di manager validi e preparati, mentre chi stava perfezionando un percorso di studi universitario di alto livello ha scelto l’espatrio. L’emorragia è valoriale, non solo quantitativa. Lavoriamo pertanto per consolidare e certificare le competenze dirigenziali, per precorrere le esigenze del mercato globale, per offrire idee e proposte concrete per lo sviluppo e la competitività dell’Italia".

"Se si investe nella categoria manageriale -rimarca Cuzzilla- ne derivano benefici diretti più generali nell’economia e nella società, creando un circolo virtuoso di cui siamo particolarmente orgogliosi. Nella mia visione, pertanto, tra le priorità vi è anche quella di trasmettere anche all’esterno il messaggio di eticità della nostra condotta e il contributo in termini di concretezza, innovazione e sapere manageriale che, grazie ai colleghi, continuiamo a esprimere".

"Penso in particolare -aggiunge ancora Cuzzilla- alle nuove generazioni, a chi sta seguendo un percorso professionale puntando a raggiungere un ruolo apicale nell’impresa e a chi, giovanissimo, sta perfezionando la sua formazione manageriale".

"Avvertiamo la necessità di un nuovo patto generazionale come strumento reale di crescita. La frattura tra senior e junior è stata approfondita da riforme legislative che hanno calcato le differenze ed è stata finora penalizzata da un modello gestionale che non ha ancora saputo sperimentare adeguatamente le potenzialità dell’incontro intergenerazionale di esperienze lavorative", ha concluso.

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