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Psichiatria: funghi allucinogeni speranza per depressione resistente

17 maggio 2016 | 16.51
LETTURA: 3 minuti

Un'Amanita muscaria, fungo ad alto potenziale allucinogeno (foto: Fotogramma)
Un'Amanita muscaria, fungo ad alto potenziale allucinogeno (foto: Fotogramma)

Per vincere la depressione che da tempo, anche da 30 anni, li trascinava nell'abisso avevano tentato le vie canoniche: almeno 2 trattamenti diversi, in un caso addirittura 11. Ma la luce in fondo al tunnel dicono di averla vista soltanto dopo "l'esperienza mistica e spirituale" provata assumendo una sostanza di quelle che si fatica ad associare a una corsia d'ospedale. La psilocibina, il principio attivo dei funghi allucinogeni che da mito dello 'sballo' new age diventa ora un candidato farmaco per battere il mal di vivere. Dallo sciamanesimo alla medicina, grazie a uno studio (piccolo e senza controllo verso placebo) condotto dall'Imperial College di Londra e pubblicato su 'Lancet Psychiatry'.

Il lavoro, che rimbalza sui media internazionali, ha coinvolto 12 pazienti con depressione resistente, classificata come "grave" in 9 casi e "moderata" in 3. Gli autori hanno testato prima una bassa dose di psilocibina, quindi un dosaggio altissimo equivalente a quello contenuto "in un sacco di funghi". L'esperienza psichedelica indotta dalla sostanza è durata fino a 6 ore, con un picco massimo di intensità dopo le prime 2. Musica classica in sottofondo, supporto psicologico garantito. Ebbene, al ritorno dal 'viaggio' 8 pazienti non si sentivano più depressi e 5 restavano liberi dai sintomi anche a distanza di 3 mesi. Prevedibili gli effetti collaterali: ansia, nausea e mal di testa.

Gli autori dello studio definiscono i risultati "molto promettenti", ma si mantengono comprensibilmente cauti e sottolineano la necessità di "studi più ampi - spiega Robin Carhart-Harris, uno dei ricercatori - per capire se gli effetti che abbiamo osservato si traducono in benefici a lungo termine". Anche perché "queste esperienze con la psilocibina possono essere incredibilmente profonde". "Mistiche o spirituali", testimonia appunto chi le ha vissute.

L'ipotesi degli esperti, tuttavia, è che la psilocibina possa funzionare da "lubrificante per la mente", aiutando i malati a sbloccare la negatività di pensiero tipica della depressione, a ritrovare l'autostima e a risalire dal baratro. Il principio attivo dei 'funghetti' agirebbe inoltre sui recettori della serotonina, il neurotrasmettitore eccitatorio considerato un 'ormone del buonumore'.

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