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Beni culturali

Beni culturali: Franceschini, 13 gioielli demaniali al 'privato no profit'

14 novembre 2016 | 14.39
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Il Castello di Canossa
Il Castello di Canossa

Per la prima volta 13 gioielli del patrimonio culturale italiano attualmente chiusi o poco valorizzati potranno essere gestiti da associazioni no profit. È questo il senso del bando pubblicato dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la concessione in uso a ‘privati no profit’ di beni immobili del demanio culturale dello Stato non aperti al pubblico o non adeguatamente valorizzati.

Dal Castello di Canossa alla Certosa di Trisulti, a villa Giustiniani, ecco l'elenco dei 13 beni messi a bando: Chiesa di San Pietro ad Oratorium - Capestrano (AQ); Chiesa di San Barbaziano - Bologna; Castello di Canossa e Museo nazionale “Naborre Campanini” - Canossa (RE); Villa Giustiniani- Bassano Romano (VT); Certosa di Trisulti - Collepardo (FR); Abbazia di Santa Maria di Vezzolano - Albugnano (AT); Castello di Moncalieri – Moncalieri (TO); Abbazia di Soffena - Castelfranco di Sopra – Piandiscò (AR); Eremo di San Leonardo al Lago - Monteriggioni (SI); Villa Brandi - Vignano (SI); Villa del Colle del Cardinale - Perugia; Castello Bufalini - San Giustino (PG); Villa del Bene -Dolcé (VR) – Loc. Volargne.

"Le associazioni no profit attive nei territori potranno partecipare con una procedura chiara e trasparente alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, uno strumento che consentirà di partire dal basso nell'adempimento dell'articolo 9 della Costituzione. Pubblico e privato sociale perseguono infatti lo stesso obiettivo a favore del patrimonio culturale, a tutto vantaggio dell'intero sistema paese", ha sottolineato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

L'obiettivo è la realizzazione di un progetto di gestione del bene che ne assicuri la conservazione, ne promuova la pubblica fruizione e una migliore valorizzazione. Possono partecipare associazioni e fondazioni senza scopo di lucro con esperienza almeno quinquennale nella collaborazione alla tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Una commissione ministeriale valuterà il progetto presentato, il prezzo proposto per il biglietto (fermo restando l'obbligo di destinare tutti i proventi alla conservazione e gestione del bene), la sostenibilità del piano economico.

Dal canone di locazione saranno detratte le spese per il restauro sostenute dal concessionario. La durata della concessione può durare da 6 a 10 anni, è escluso il rinnovo automatico ed è prevista la risoluzione in caso di inosservanza delle prescrizioni e del programma presentato. Il testo completo del bando è disponibile sul sito del Mibact.

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