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Sostenibilità: dalla A alla Z, l'alfabeto dell'economia circolare

16 marzo 2016 | 14.58
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Sostenibilità: dalla A alla Z, l'alfabeto dell'economia circolare

Da A come agricoltura a Z come zero sprechi, passando per B come Blue economy e I come innovazione. E l'alfabeto dell'economia circolare, così come verrà elencato e affrontato nel convegno di apertura di Fa’ la cosa giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili (fieramilanocity, 18-20 marzo), di cui Novamont è partner sostenitore.

Risorse al posto dei rifiuti. Innovazione invece di inefficienze. Conservazione dell’ambiente contro dissipazione delle risorse naturali, inquinamento degli ecosistemi, desertificazione e sconvolgimenti climatici. Vantaggi competitivi e prodotti ad alto valore aggiunto contro la mentalità delle commodity “usa e getta”. Sono solo alcuni dei temi propri dell’economia circolare intorno ai quali si confronteranno i 20 relatori del convegno del 18 marzo.

Come pubblicato recentemente dalla Ellen MacArthur Foundation nel documento “Growth Within: A Circular Economy Vision for a Competitive Europe”, l’economia circolare è in grado di creare in Europa un beneficio netto di 1,8 trilioni di euro entro il 2030, traducendosi in un incremento del Pil dell’11% entro il 2030 (rispetto al 4% nel percorso di sviluppo attuale), e permettendo una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 48% entro il 2030 rispetto ai livelli attuali e dell’83% entro il 2050.

l'Italia e la sfida della Circular Economy

Nel corso del convegno si dimostrerà come l'Italia, pur senza aver varato una strategia in questo senso, può vantare, grazie anche alle progettualità messe in campo da tanti attori economici, sociali e ambientalisti, livelli di innovazione e investimenti sul territorio in grado di favorire il passaggio a un modello di economia circolare.

Nell’ambito della chimica da fonti rinnovabili, per esempio, Novamont ha già investito più di un miliardo di euro per la reindustrializzazione di siti dismessi o non più competitivi e per la realizzazione e l’avvio di quattro impianti flagship primi al mondo, mentre circa 200 milioni di euro di investimenti privati sono stati destinati a progetti di ricerca e sviluppo multidisciplinari che coinvolgono università e centri di ricerca dei territori interessati.

Riscrivere in una chiave più sostenibile il modello di sviluppo che ha dominato l’economia e gli stili di vita nell’ultimo secolo e preservare il pianeta a vantaggio delle generazioni presenti e future: è questa la sfida sulla quale si confronteranno i relatori del convegno.

Un intervento per ogni lettera dell'alfabeto

Un vero e proprio alfabeto dell'economia circolare tracciato da brevi interventi: "A come agricoltura" di Andrea Calori, presidente Urgenci rete internazionale di produttori; "B come Blue economy" di Marco Moro, Edizioni Ambiente; "C come carta" di Carlo Montalbetti, Comieco; "D come design sistemico" di Franco Fassio, Unisg; "E come efficienza" di Sergio Zabot, Politecnico di Milano; "F come Food Policy" di Andrea Vecci, associazione Economia & Sostenibilità; "G come giacimenti urbani" di Donatella Pavan, giornalista.

Il programma prosegue con "H come H2O" di Diego Parassole; "I come innovazione" di Stefania Furfori, Lavazza; "L come lavoro" di Emanuele Patti; "M come materia" di Gino Schiona, Cial; "N come new economy" di Giovanni Petrini, imprenditore sociale; "O come obiettivo" di Massimiliano Lepratti, direttore Università della Sostenibilità; "P come progettazione e Q come qualità" di Luca M.F. Fabris, Politecnico di Milano.

Infine, "R come riciclo" di Mauro De Cillis, Amsa Gruppo A2A; "S come sharing economy" di Fabio Terragni; "T come terreno" di Massimo Centemero, Cic; "U come upcycle" di Laura Gallo, Il Giardinone; "V come visione" di Andrea Di Stefano, Novamont; "Z come zero sprechi" di Anselme Bakudila Mbuta, coordinatore nazionale commissione ambiente Slow Food.

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