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Usa: email Clinton, l'aggressione a Berlusconi e i dubbi su telefonata Obama/Adnkronos

01 settembre 2015 | 17.21
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Dopo l'incidente in Piazza Duomo a Milano il timore di strumentalizzazioni da parte dell'ex premier

L'ex segretario di Stato Usa Hillary Clinton (Foto Afp)
L'ex segretario di Stato Usa Hillary Clinton (Foto Afp)

Si parla anche delle vicende italiane nelle oltre 7mila pagine di email di Hillary Clinton rese pubbliche dal dipartimento di Stato Usa, nell'ambito della vicenda email-gate che vede coinvolta l'ex segretario di Stato americano. Le email, che fanno riferimento al periodo 2009-2010, sono l'archivio più vasto finora reso pubblico. Alcuni messaggi contengono degli omissis, per celare informazioni giudicate top secret. In un messaggio datato 15 dicembre 2009 e indirizzato a "Hillary", si parla dell'aggressione subita due giorni prima dall'allora premier Silvio Berlusconi in piazza Duomo a Milano, quando venne colpito al volto da una statuetta lanciata da Massimo Tartaglia.

Il mittente del messaggio è "Sid", vale a dire Sidney Blumenthal, consigliere e confidente della Clinton, che esprime i suoi giudizi sulle conseguenze politiche della vicenda e teme che la solidarietà del presidente Barack Obama possa essere usata in maniera strumentale da Berlusconi. L'aggressione al premier italiano viene definita "un grosso evento politico in Italia e in Europa".

Dopo aver spiegato alla Clinton che l'assalitore, Massimo Tartaglia, non ha un'"agenda politica" e soffre di squilibri mentali, "Sid" rileva: "Tuttavia, l'aggressione ha ripercussioni significative. Ha suscitato simpatia per Berlusconi, in quanto vittima" e, al di là dei danni fisici causati al premier, "l'aggressione giunge in un momento in cui Berlusconi sta cominciando a perdere terreno politico, avendo perso l'immunità".

Il consigliere della Clinton ricorda al segretario di Stato i procedimenti giudiziari a carico di Berlusconi che erano in corso all'epoca: l'inchiesta per i presunti "legami con la mafia" e quella per il "suo ruolo nella corruzione dell'avvocato britannico David Mills". Blumenthal sottolinea: "Il governo e il partito di Berlusconi hanno usato l'aggressione per trasformare l'immediata solidarietà nei suoi confronti a suo vantaggio, sostenendo che i suoi avversari hanno creato un clima di 'odio'. Attraverso appelli demagogici tentano di screditare e respingere i procedimenti legali contro di lui e indebolire le inchieste della stampa". Blumenthal cita quindi il duro scontro in atto tra il premier e 'La Repubblica'.

"Sarebbe un gesto appropriato e di cortesia per il presidente (Obama, ndr), chiamare Berlusconi per esprimergli la sua preoccupazione sulla sua salute ed augurargli una pronta guarigione, se non lo ha già fatto", scrive Blumenthal dopo la sua analisi. Berlusconi, ricorda il consigliere della Clinton, è pur sempre un leader politico eletto democraticamente che ha subito una violenza e il capo di governo di un paese della Nato.

Tuttavia, aggiunge, "Berlusconi da parte sua renderebbe sicuramente pubblica questa telefonata. E sarebbe perciò imbarazzante se la telefonata venisse usata unicamente come elemento della campagna di solidarietà contro i procedimenti giudiziari". Se ciò dovesse avvenire, scrive Blumenthal alla Clinton, "dovrebbe essere comunicato un messaggio più ampio, forse dallo stesso presidente (Obama, ndr) nel suo colloquio, ma ancora di più attraverso una nota del Dipartimento di Stato, inoltrata anche attraverso l'ambasciatore Usa in Italia".

E il messaggio che Blumenthal consiglia alla Clinton di far pervenire a Berlusconi è ben chiaro: ""Il governo degli Stati Uniti condanna qualsiasi violenza come un attacco alla democrazia. Allo stesso modo, questo incidente che coinvolge un individuo apparentemente con problemi mentali (Tartaglia, ndr) non deve essere sfruttato per creare tensioni sociali. Dovrebbe invece ispirare una riflessione sulla necessità per ogni cittadino di rispettare la legge, così come la libertà di espressione e della stampa".

Blumenthal conclude la sua email alla Clinton allegando due articoli, uno del quotidiano britannico Independent e uno del settimanale Usa Time, sulle vicende giudiziarie di Berlusconi.

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