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Ex Ilva, Calenda: "Ritiriamo su pantaloni dopo esserceli calati"

07 novembre 2019 | 13.08
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In un video su Fb l'ex ministro indica un piano in 3 mosse per Ilva.

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Bene, la situazione su Ilva è molto chiara: c’era un contratto, erano vincolati a fare investimenti, a non licenziare persone, a pagare il prezzo qualunque fosse il ciclo dell’acciaio - anche in un ciclo negativo. Con il voto all’emendamento Lezzi li abbiamo liberati da questa posizione che per noi era molto favorevole per loro molto sfavorevole, comunque ormai il danno è fatto". Lo dice Carlo Calenda in un video su Fb in cui indica un piano in 3 mosse per Ilva.

"Le cose che non possono essere toccate sono gli esuberi strutturali, gli investimenti sul piano ambientale, la chiusura dell’area a caldo o peggio la chiusura della fabbrica. Per favore non fate altre fesserie, non perdete altro tempo in discussioni inutili, seguite questa linea negoziale rapidamente rafforzando subito la nostra posizione giuridica per ritirarci su i pantaloni dopo esserceli calati".

"Bisogna capire come andare avanti e il modo in cui si sta approcciando questo negoziato è totalmente sbagliato. Intanto non si chiede a Mittal di fare una proposta come ha fatto Conte. La prima cosa che va fatta è reintrodurre lo scudo penale per decreto, immediatamente, per levare a Mittal forza negoziale e forza legale. Dopo aver fatto questo si può ragionare sul fare una normativa di carattere generale, ma prima va fatto questo per levargli la scusa, la forza del diritto. Secondo elemento: va levato quel termine folle per rifare l'Afo2 che ha dato la magistratura e va dato un termine che è in linea con il piano ambientale previsto".

"Terzo elemento -prosegue Calenda- la parte economica: questo non basterà. La prima cosa che bisogna fare è tornare all’accordo sindacale che avevo proposto prima che Di Maio lo stravolgesse. L’accordo sindacale prevedeva che un pezzo dei lavoratori dell’Ilva, che - già si sapeva - sarebbero stati in esubero, vadano in una società mista, tra Invitalia e l’amministrazione straordinaria. Per fare cosa? Le bonifiche, che non competono a Mittal. E una serie di lavori per Mittal. Penso alle mense, per esempio, con un accordo che faccia si che Mittal paghi per quel servizio ma non abbia in carico i lavoratori".

"Il secondo elemento su cui ci può aprire un negoziato con Mittal è quello relativo agli interventi ambientali. Gli interventi ambientali vanno fatti subito e rapidamente. Possiamo usare un pezzo dei soldi ripresi ai Riva per le bonifiche esterne per coprire gli interventi ambientali. Sui parchi minerari, già abbiamo iniziato ad anticipare per accelerare i lavori, questa è una cosa su cui possiamo fare un negoziato".

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