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Ex manager Moncler ucciso a Padova, 67enne confessa delitto

03 febbraio 2016 | 10.37
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Ex manager Moncler ucciso a Padova, 67enne confessa delitto

E' stato risolto in poco meno di 24 ore il caso dell'omicidio di Ezio Sancovich, ex capo area della Moncler , ora rappresentante dell'azienda di abbigliamento, ucciso lunedì sera a bordo della sua auto con 3 colpi d'arma da fuoco alla testa a Piombino Dese, in provincia di Padova.

R. R., il 68enne disegnatore di capi d’abbigliamento, residente a Martellago nella provincia di Venezia, fermato ieri dai carabinieri di Padova, ha confessato il delitto dopo un lungo interrogatorio davanti al Procuratore della Repubblica di Padova, Matteo Stuccilli e al sostituto procuratore Roberto Piccione.

Nel corso dell'interrogatorio l'uomo ha riferito di essersi incontrato con la vittima per parlare di un debito di circa 16.000 euro, e dopo una primo contatto nei pressi della Moncler, azienda per cui Sancovich lavorava, i due si sono allontanati sull'auto della vittima. Durante il tragitto è scaturito però una violenta lite al cui apice, R. R. è stato fatto scendere dall'auto e, in seguito di dinamiche ancora in via di accertamento, ha freddato l'amico con i tre colpi di pistola, allontanandosi subito dopo.

Sono quasi le 21 di lunedì sulla strada nella zona industriale di piombino Dese, quando un passante nota la macchina della vittima parcheggiata sul ciglio della strada e pensando a un malore del conducente si ferma per verificare. Scoperto il corpo esanime al posto di guida allerta subito 118 e 112. I militari della Compagnia di Cittadella, come giungono sul posto chiudono agli estranei la zona, che è sicuramente stata scena del delitto e chiedono l'ausilio del personale specializzato del Comando Provinciale.

L'attività investigativa parte da un accurato sopralluogo che nelle immediatezza appura che Sancovich è morto a seguito di tre colpi di pistola sparati alla testa da distanza ravvicinata. Sul posto viene repertato un bossolo cal. 9 Luger. In apparenza sembra l'esito di una lite stradale visto che la BMW della vittima ha un tergicristallo piegato. Immediatamente si iniziano a ricostruire le ultime ore di vita della vittima partendo dall'analisi del suo telefonino e dalla visione delle telecamere presenti sul tragitto tra lo stabilimento di Trebaseleghe, dove lavorava il Sancovich e il luogo del ritrovamento del suo cadavere.

Incrociando i dati raccolti, nella mattinata di ieri l'attenzione degli investigatori si focalizza su R. R., amico di vecchia data della vittima, suo socio in alcuni affari e appassionato di armi. Pertanto, dopo alcuni accertamenti preliminari, il sospettato è stato portato ieri pomeriggio in caserma negli uffici del Reparto Operativo e interrogato sommariamente sui suoi movimenti nella giornata dell'1 febbraio. Dopo un primo momento di imperturbabilità, pressato dalle domande degli investigatori del Nucleo operativo, nel primo pomeriggio il 68enne ha ceduto , dando indicazioni per far recuperare l'arma del delitto, che era stata abilmente occultata nelle vicinanze della sua abitazione. A questo punto l'indagato ha ammesso le sue responsabilità, e dopo essersi consultato con il proprio avvocato, ha confessato davanti al Sostituto Procuratore della Repubblica, Roberto Piccione.

A questo punto l'autorità Giudiziaria ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto che è stato subito notificato ed eseguito, e R.R. nella tarda serata di ieri è stato associato alla casa circondariale di Padova.

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