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Alfano: ''Caccia ai latitanti e confisca beni, non daremo tregua alla 'ndrangheta''

23 aprile 2014 | 19.16
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Alfano: ''Caccia ai latitanti e confisca beni, non daremo tregua alla 'ndrangheta''

"Abbiamo un obiettivo preciso: non dare tregua alla 'ndrangheta e agli 'ndranghetisti". Lo dice il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, presentando al Viminale il 'Focus on crime', il piano d'azione nazionale e transnazionale contro la criminalità organizzata di tipo mafioso calabrese. La strategia messa in campo da Alfano vedrà impegnate 800 unità aggiuntive di forze di polizia con il concorso della Direzione investigativa antimafia: 355 unità per il controllo del territorio, 155 per attività investigativa e 290 assegnazioni di personale per le attività investigative e di controllo del territorio. Le priorità sono caccia ai latitanti e confisca dei beni illeciti e la lotta e il contrasto forte sul territorio alle 'ndrine: "Sono 160 - spiega il ministro dell'Interno - le organizzazioni che operano sul territorio calabrese, e 4.389 gli affiliati, censiti in base ad atti ufficiali. Non dare tregua alla 'ndrangheta - rimarca il titolare del Viminale - significa potenziare tutto il sistema di contrasto e di lotta alle organizzazioni criminali".

"Faremo una vigilanza serrata sui cantieri - assicura il ministro dell'Interno - per garantire libertà di impresa. Il nostro obiettivo è cercare infiltrazioni latitanti e scovare patrimoni illeciti. Su questa lotta investiamo tutte le risorse di cui disponiamo".

Il piano d'azione contro la 'ndrangheta è strutturato su tre livelli. Al primo livello, ha spiegato Alfano nella conferenza stampa al Viminale insieme al capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, vede un forte controllo del territorio, potenziamento dell'attività investigativa, misure di prevenzione personali e patrimoniali, caccia senza sosta ai latitanti e stretta collaborazione e sinergia con gli uffici giudiziari. Il secondo livello ha il suo punto di forza nelle investigazioni sulle attività economiche e l'aggressione ai patrimoni criminali. E vedrà in campo particolari approfondimenti da parte della Guardia di finanza e della Direzione investigativa antimafia.

Il terzo livello è costituito dalla 'rete degli esperti per la sicurezza italiani all'estero', 50 uffici per la ricerca dei latitanti e l'individuazione delle attività economiche criminali. Per fronteggiare la lotta alle 'ndrine che, ha rimarcato Alfano, "hanno un radicamento fortissimo in Calabria, ma hanno dimostrato una capacità di penetrazione anche in altre parti d'Italia e all'estero". La 'squadra Stato' mette in campo anche nuove tecnologie, a cominciare dal sistema informativo interforze e il sistema di georeferenziazione dei reati, un supporto per l'investigazione, lo studio delle caratteristiche dei fenomeni criminali sul territorio per l'individuazione delle strategie di prevenzione e contrasto, la prevenzione e contrasto del crimine e la dislocazione delle risorse umane e strumentali. E ancora il 'macro', ovvero la mappatura dei soggetti e delle organizzazioni criminali di tipo mafioso, italiane e straniere, presenti sul territorio.

A Reggio Calabria le organizzazioni sono 97, gli affiliati 2.086; a Catanzaro ne sono state censite 19, per 533 affiliati; Cosenza ne conta 16, e gli affiliati sono 715. A Crotone le organizzazioni criminali sono 11 e 702 gli affiliati; a Vibo Valentia sono state censite 17 organizzazioni e 353 affiliati.

STRAGI STATO, ALFANO: VIMINALE PER TRASPARENZA - Al termine della conferenza stampa, Alfano ha parlato anche della decisione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla declassificazione degli atti relativi alle stragi, una decisione che "è stata condivisa da tutti, e vedrà ciascuno impegnato per le proprie parti di competenza, e in prima fila il ministero dell'Interno - ha detto Alfano - Saremo protagonisti di trasparenza nel versare agli archivi di Stato documenti che possano rendere nitida la storia del Paese, senza lasciare in ombra nessun angolo".

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