Le tracce lasciate sulla Sindone non corrisponderebbero a quelle di un uomo condannato alla crocifissione secondo la rappresentazione classica del supplizio: da uno studio italiano emerge che le macchie di sangue presenti sulla parte anteriore dell'avambraccio sarebbero compatibili solo con le braccia alzate sulla testa, in posizione diversa da quella comunemente considerata per l'uomo della Sindone.
La ricerca, frutto delle verifiche sperimentali condotte dall'antropologo forense Matteo Borrini e dal chimico Luigi Garlaschelli, ricercatore dell'Università di Pavia e componente del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), è stata presentata a Seattle in occasione del convegno della American Academy of Forensic Sciences.
''Non ci interessava entrare nel merito dell'autenticità o meno della Sindone -spiega all'Adnkronos Garlaschelli- ma capire soltanto la verosimiglianza delle tracce di sangue presenti sul telo di lino''. (segue)