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Mafia: tornano i campi estivi nei terreni confiscati per coltivare la legalità

17 maggio 2015 | 14.34
LETTURA: 2 minuti

Il progetto, giunto alla nona edizione e promosso dall'Arci invita i giovani a lavorare nei terreni confiscati alla mafia. Si parte da Corleone, in Sicilia, ma si può scegliere tra una quarantina di luoghi tra Nord e Sud, dove vivere un'esperienza di volontariato e di formazione civile. Il covo di Riina diventa una caserma

I campi della legalità
I campi della legalità

Con lo slogan "Fatti un campo", si rinnova per l'estate 2015 l'iniziativa che invita i ragazzi a lavorare nei terreni confiscati alla mafia in tutta Italia. Un progetto, promosso dall'Arci con Cgil, Spi Cgil, Flai Cgil, che raccoglie ogni anno l'adesione di centinaia di giovani, ma anche meno giovani, che scelgono di fare un'esperienza di volontariato e di formazione civile sui campi della legalità.

Il successo dell'iniziativa si è rinnovata fino ad oggi per ben nove edizioni. Quest'anno sono 41 i campi e laboratori della legalità su cui si spalmerà un ricco programma di attività. Sono divisi tra Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Marche, Toscana, Liguria, Lombardia e Veneto: basta scegliere, perché è già possibile iscriversi accedendo al sito www.arci.it da dove è possibile procedere alla compilazione dell'apposito modulo.

L'invito, restituiamo questi beni alla comunità, rendiamoli vivi

Primo campo a partire sarà quello di Corleone, in Sicilia, con diversi turni di una o due settimane ciascuno: la prima data utile è il 26 maggio, per un turno che si chiuderà il 9 giugno.

Situati su terreni confiscati alle mafie, la filosofia che sta dietro ai campi, sottolinea l'Arci, "è quella di restituire questi beni alla comunità, tornare a renderli produttivi e vivi, animarli con iniziative formative e informative sulla difesa della democrazia, della legalità, della giustizia sociale. Una pacifica 'occupazione' di questi spazi, dunque, abitata dalla presenza di centinaia di persone che si spendono con impegno e dedizione per costruire comunità alternative alle mafie".

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