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Chi è Marco Di Lauro, il superboss di Scampia

02 marzo 2019 | 20.12
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La foto segnaletica di Marco Di Lauro pubblicata sul sito del Viminale
La foto segnaletica di Marco Di Lauro pubblicata sul sito del Viminale

Latitava da ben 14 anni, da quando il 7 dicembre del 2004 sfuggì a quella che passò alla storia come la "notte delle manette". Poi oggi l’arresto in via Emilio Scaglione a Marianella in un'operazione coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Melillo. Marco Di Lauro, 38 anni, quarto figlio su dieci del noto boss Paolo Di Lauro, "Ciruzzo ’o milionario", fondatore della famiglia camorristica di Secondigliano, fino a oggi era considerato il latitante più pericoloso d’Italia dopo Matteo Messina Denaro.

La prima missione di Marco Di Lauro ci fu nel 2004 quando Gennaro Marino "Mckay" voleva incontrare Paolo Di Lauro (quest'ultimo latitante), prima dello scoppio della faida. Cosimo Di Lauro (8 dicembre 1973), il figlio maggiore di Paolo che all'epoca era reggente del cartello, temendo una trappola, mandò i suo fratelli Ciro e Marco appunto a perlustrare il luogo dell'incontro.

Non avvertirono nessuno del loro imminente arrivo, passarono senza scorta, forse in auto, osservarono le vie di fuga, le sentinelle appostate e capirono che una volta che il padre sarebbe giunto lì l'avrebbero fatto fuori, quindi andarono dal fratello maggiore Cosimo e gli riferirono quanto visto. L'incontro era un tranello, era un modo per uccidere e sancire una nuova era nella gestione del cartello.

Dopo la faida del gennaio 2005 tra il suo clan e gli Scissionisti era rimasto il solo tra i diversi eredi dei boss coinvolti nelle diverse attività camorristiche a sfuggire al carcere. Su di lui l’accusa di associazione a delinquere per stampo camorristico e di omicidio per l’assassinio del 29enne Attilio Romanò, per il quale si ritiene che Di Lauro sia stato il mandante dell’agguato eseguito da Mario Buono durante la famigerata faida.

Marco, indicato come F4, sul libro Mastro del clan di cui fa parte, sequestrato 9 anni fan un covo dei narcotrafficanti di Scampia, ricercato anche a livello internazionale  in Asia, Sudamerica ed Europa, è riuscito diverse volte a sfuggire alle forze dell’ordine, ricorrendo anche alla chirurgia facciale per cambiare le fattezze del viso. Negli anni più recenti due i blitz durante i quali è riuscito a fuggire: nel giorno di Natale del 2016 e nel marzo 2017 effettuati rispettivamente all’interno di una mansarda dei Camaldoli il primo e nel Rione Terzo Mondo il secondo. 

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