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Chi è Ousseynou Sy, l'autista del bus in fiamme

20 marzo 2019 | 15.25
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Il senegalese è indagato per tentata strage e sequestro di persona

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Voleva protestare contro i morti nel Mediterraneo. Per questo Ousseynou Sy, autista 47enne di origini senegalesi, ha preso la folle decisione di incendiare il bus scolastico del quale era alla guida, assicurandosi prima di far scendere i ragazzini a bordo. "Vanno fermate le morti nel Mediterraneo, ora da qui non scende nessuno" ha detto il 47enne che ha sequestrato la scolaresca e incendiato il bus sulla strada provinciale 415 che collega Pantigliate a San Donato Milanese, in provincia di Milano. L'uomo è stato fermato dai carabinieri dopo un inseguimento e deve rispondere di strage e sequestro di persona con l'aggravante del terrorismo, "vista la pericolosità del gesto in sé".

Ousseynou voleva uccidersi per gli immigrati che hanno cercato fortuna per mare senza però riuscirci e ha dato fuoco al mezzo delle autoguidovie che avrebbe dovuto portare in gita da Crema 51 alunni, le insegnanti dell'istituto comprensivo Vailati e due accompagnatori, gli stessi che hanno poi chiamato le forze dell'ordine.

Cittadino italiano dal 2004 dopo aver sposato un'italiana da cui si è separato e ha avuto due figli, Sy è autista di autobus da una decina di anni. A suo carico risulterebbe una denuncia per guida in stato di ebbrezza e una per violenza nei confronti di minori (condanna a un anno sospesa).

L'uomo avrebbe agito esasperato dall'attuale situazione migratoria. "Non ce la faccio più a vedere bambini e donne che muoiono in mare" ha detto secondo quanto riferito dal pm di Milano Alberto Nobili. Il magistrato a capo dell'antiterrorismo svela come l'autista avesse registrato, sul suo canale YouTube, "un video per annunciare il gesto eclatante. Video diffuso sia ad alcuni amici a Crema che ad alcuni parenti in Senegal".

"Nessuno si sarebbe fatto male, volevo arrivare all'aeroporto di Linate e poi scappare in Senegal - ha sottolineato il 47enne -. Volevo solo fare un gesto dimostrativo, che tutto il mondo parlasse di me, come per dire 'Africa sollevati, basta donne e bambini morti in mare'". Gli investigatori stanno cercando di capire quali fossero le reali intenzioni dell'uomo una volta arrivato all'aeroporto.

L'uomo aveva comprato una "tanica da dieci litri di benzina e le fascette da elettricista" per legare i bambini e gli accompagnatori. Al momento non è stato trovato il coltello che l'autista avrebbe avuto con sé, nessuna traccia neppure di un'arma, anche se alcuni testimoni raccontano "di aver visto il calcio di una pistola".

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