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Strage via D'Amelio, indagato medico dei boss Cinà

03 ottobre 2019 | 18.01
LETTURA: 3 minuti

Era stato condannato in primo grado per il processo sulla trattativa

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

C'è un nuovo indagato per la strage di via D'Amelio, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Si tratta del medico dei boss, Antonino Cinà, già condannato a 12 anni di carcere nel processo sulla trattativa Stato-mafia e ora di nuovo imputato in appello sempre per minaccia a corpo politico dello Stato.
La Procura di Caltanissetta, che ha aperto il fascicolo, e come confermano all'Adnkronos ambienti giudiziari, ha chiesto l'archiviazione quasi due anni fa, ma il gip ha rigettato la richiesta di archiviazione firmata da Amedeo Bertone e dall'aggiunto Gabriele Paci. L'udienza davanti al gip si terrà il prossimo 28 ottobre.
Massimo Ciancimino, al processo sulla trattativa, ha raccontato ai pm di aver ricevuto da lui il famoso 'papello' redatto dal capo dei capi Totò Riina e contenente le richieste di Cosa Nostra allo Stato.
Per un errore della cancelleria del gip del Tribunale di Caltanissetta, come spiega all'Adnkronos il procuratore aggiunto Gabriele Paci, fra le parti citate all'udienza del prossimo 28 ottobre, come parti offese, ci sono anche gli imputati che erano stati accusati ingiustamente dai pentiti e poi tornati in libertà. Ma è un errore. Le uniche parti offese, come spiega Paci "sono i familiari del giudice Borsellino e quelli degli agenti della scorta".

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