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Cerciello, il video dell'interrogatorio a Hjorth: "Maschio come ti chiami?"

13 febbraio 2020 | 17.58
LETTURA: 4 minuti

A girare il video, per esigenza invetigativa, è stato il collega del militare dell'Arma, Andrea Varriale. Il legale: "Chiaro trattamento umiliante"

''Ehi maschio come ti chiami? Oh come ti chiami?''. Un video riprende Christian Gabriel Natale Hjorth bendato e con le mani dietro la schiena in caserma qualche ora dopo l'omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate a Roma il 26 luglio scorso. Intorno al californiano diversi militari lo interrogano: ''Come ti chiami?'', gli chiede uno di loro e l'americano, ora in carcere con l'accusa di concorso in omicidio con Finnegan Lee Elder, risponde ''Che cambia?''. ''Come che cambia?'', lo incalzano i carabinieri, ''dimmi come ti chiami, dimmi il tuo nome. Da quanto tempo sei in Italia?''. E Hjorth risponde: ''Da una settimana''. ''E che fai in Italia?'', gli chiedono ancora. ''Sono qui a trovare la famiglia'', ribatte lui. ''E dove abita?'', domanda un altro. ''Abita a Roma. Non so esattamente dove'', risponde l'americano prima dell'ultima domanda che chiude il video e che riguarda una felpa rosa rossa.

Il video è stato girato dal collega del militare dell'Arma, Andrea Varriale. Consegnato in Procura da Varriale stesso pochi giorni dopo l'omicidio, è stato depositato agli atti nell'ambito del fascicolo di indagine che riguarda l'episodio del bendaggio di Hjorth e che vede coinvolti due carabinieri. Varriale, che non è indagato per questa vicenda, ha detto di aver filmato la scena per esigenza investigativa: il video, che non è stato diffuso dal carabiniere, doveva servire a registrare la voce del fermato e confrontarla con quella ascoltata per telefono nella trattativa col mediatore dei pusher, Sergio Brugiatelli, al quale Hjorth e Elder avevano rubato lo zaino.

Per quanto avvenuto nella caserma poco dopo il fermo sia la Procura ordinaria che quella militare a dicembre hanno chiuso le indagini. A rischiare il processo a piazzale Clodio sono due carabinieri che hanno avuto nella vicenda ruoli diversi: Fabio Manganaro per aver bendato l'americano, accusato ora di misura di rigore non consentita dalla legge e Silvio Pellegrini per abuso di ufficio e per pubblicazione di immagini di persona privata della libertà per aver scattato la foto del giovane californiano e averla poi diffusa. Sul fronte della procura militare e in relazione alla diffusione dello scatto a Silvio Pellegrini è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini per l'accusa di 'divulgazione di notizie segrete o riservate', il reato relativo all'art.127 del codice penale militare di pace.

"Il video documenta in maniera evidente non solo il trattamento umiliante e contrario alla dignità della persona al quale è stato sottoposto Gabriel Natale ma anche l'insostenibilità delle giustificazioni fornite da più parti al momento della pubblicazione della foto del bendaggio. E' inimmaginabile che in un Paese civile si possa assistere ad un simile trattamento di una persona privata della libertà personale''. Lo scrivono in una nota inviata all'Adnkronos gli avvocati Francesco Petrelli e Fabio Alonzi, difensori di Christian Gabriel Natale Hjorth.

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