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Coronavirus, rianimatori: "Terapie intensive travolte"

07 marzo 2020 | 13.07
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"Serve personale, anche specializzandi e medici in pensione"

Coronavirus, rianimatori:

"Siamo al lavoro ovunque, per arginare l'onda che sta travolgendo le terapie intensive, mantenendo l'impegno che normalmente assicuriamo ai pazienti, impegnandoci ogni giorno". Gli anestesisti rianimatori sono fra i medici in prima linea contro l'emergenza coronavirus nel nostro Paese, come evidenziano Siaarti, la società scientifica degli anestesisti rianimatori e terapisti del dolore, e Aaroi-Emac, associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri, in un comunicato congiunto.

"L'ammontare degli specialisti in anestesia e rianimazione non è noto, neanche al ministero della Salute: si tratta di specialisti spesso invisibili. Ma adesso è molto più chiaro a tutta la popolazione quanto stiano lavorando, in silenzio, e non solo nelle zone di massimo contagio. La nostra disciplina è tra quelle chiamate a farsi carico degli aspetti più complessi, più difficili e impegnativi per far fronte a quest'emergenza, e a tal fine - affermano - stiamo attuando ogni iniziativa per mantenere la posizione con nervi saldi e spirito di sacrificio, ricorrendo a ogni mezzo, anche informatico, per diffondere ai nostri colleghi tutte le indicazioni cliniche, organizzative, logistiche, che possono esser loro utili a curare al meglio i nostri pazienti, vale a dire quelli più gravi".

La associazioni chiedono di "ampliare il reclutamento di personale specialista anestesista-rianimatore, dai colleghi che hanno cessato il servizio ma che si trovano nella condizione di poter ancora prestare la propria professionalità, ai medici in formazione (soprattutto negli ultimi due anni di corso) che, attraverso opportuni interventi che le Regioni stanno preparando in ossequio al 'decreto milleproroghe', possono partecipare alle attività con opportuni contratti di lavoro in base al decreto Calabria, anche ricorrendo, nelle regioni più in crisi, agli specializzandi di altre regioni". "Avere a disposizione tali professionisti - sottolineano - permetterà di rafforzare le aree intensive dedicate alla cura delle complicanze respiratorie e sistemiche che l'epidemia virale in corso sta generando". "Non si tratta di sostituire i nostri specialisti con i nostri specializzandi - precisano Siaarti e Aaroi-Emac - ma di ricorrere alle loro competenze, comunque superiori, nel nostro settore, a quelle di altri medici, come ausilio, sotto la supervisione e il coordinamento degli specialisti".

La Siaarti "supporterà i colleghi volontari garantendo loro una certificazione a riconoscimento dell'impegno nell'attuale contesto di crisi, altamente professionalizzante e formativo dal punto di vista sia tecnico sia umano. Per manifestare la vostra disponibilità, potete scrivere a segreteria@siaarti.it, inserendo i recapiti. I messaggi verranno smistati dallo staff di presidenza e inoltrati ai colleghi delle aree interessate". L'Aaroi-Emac, dal canto suo, "è in stretto coordinamento con la Siaarti per la più adeguata diffusione ai colleghi delle indicazioni al riguardo".

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