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Iraq, primi raid Usa contro i miliziani dell’Is vicino a Baghdad

16 settembre 2014 | 09.02
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E' il primo attacco da parte degli Stati Uniti a sostegno delle truppe governative irachene e nell'ambito dell'operazione "estesa" annunciata dal presidente Barack Obama. Il presidente Massoum: "Il mondo fermi lo Stato islamico prima che si espanda". La foto di gruppo dei ministri degli Esteri riuniti al vertice di Parigi: Mogherini è l'unica donna

Iraq, primi raid Usa contro i miliziani dell’Is vicino a Baghdad

Raid aerei da parte delle forze militari statunitensi in Iraq: bombardata una postazione dello Stato Islamico (Is) nei pressi di Baghdad. E' il primo blitz, ha sottolineato il Comando Centrale degli Stati Uniti, nell'ambito dell'operazione "estesa" per combattere i militanti jihadisti, annunciata dal presidente Barack Obama la scorsa settimana.

I caccia sono entrati in azione a sud-ovest di Baghdad a sostegno delle truppe governative irachene che avevano chiesto aiuto. Distrutta una postazione dell'Is che stava sparando sui soldati iracheni. Un altro raid ha avuto luogo vicino al monte Sinjar. Dagli inizi di agosto scorso, gli Stati Uniti hanno condotto 162 attacchi aerei in tutto l'Iraq, ha riferito il Comando Centrale.

L'esercito iracheno e i peshmerga curdi, intanto, hanno annunciato l'avvio di un'operazione militare su larga scala per riconquistate le zone in mano ai jihadisti in Iraq, e in particolare nelle province di al-Anbar e Niniveh. A comunicarlo è il comandante delle operazioni di al-Anbar, Rashid Flaih, spiegando che il primo obiettivo è quello di riprendere il controllo dei distretti di Anah e Rawa.

Il mondo deve fermare l'avanzata dell'Is in Iraq e Siria prima che "si espanda verso altri Paesi e causi un disastro in ogni altro Stato che raggiungerà", ha detto il presidente iracheno, Fouad Massoum, all'indomani della conferenza internazionale di Parigi sulla pace e la sicurezza in Iraq. In un'intervista all'emittente curda Rudaw, Massoum ha spiegato che i 30 paesi che comporranno, con compiti diversi, la coalizione internazionale "stanno provando a trovare una soluzione per eliminare l'Is in Iraq". Ciascun Paese della coalizione può offrire all'Iraq e alla regione semiautonoma del Kurdistan diverse forme di aiuto. "Alcuni paesi - ha dichiarato Massoum - possono fornirci sostegno militare. Altri possono contribuire anche solamente con l'assistenza umanitaria alle oltre 1,4 milioni di persone che sono state costrette a lasciare le loro case" a causa dell'offensiva dei jihadisti.

Questa mattina i parenti di centinaia di militari iracheni massacrati dai jihadisti hanno tentato di fare irruzione nel Parlamento di Baghdad. Lo ha riferito l'emittente Alsumaria, precisando che le forze di sicurezza hanno sparato dei colpi in aria per disperdere la folla, mentre la polizia ha rafforzato la sicurezza intorno alla 'Green Zone', il distretto dove si trovano gli edifici governativi e le ambasciate, per motivi "precauzionali".

Intanto, la Turchia sta valutando la possibilità di creare una zona cuscinetto lungo il confine con l'Iraq e con la Siria, così come annunciato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citato dal sito del quotidiano Hurriyet. "Le Forze armate turche lavorano ad alcuni piani, ce li presenteranno e prenderemo una decisione, se sarà necessario", ha detto Erdogan, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla zona cuscinetto. Secondo rivelazioni del New York Times, che cita fonti governative di Ankara, circa mille militanti di nazionalità turca combattono tra le fila dello Stato Islamico.

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