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Strage di San Bernardino, la sorella del killer chiede l'affidamento della figlia dei terroristi

15 dicembre 2015 | 16.37
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

Tra le vittime della strage di San Bernardino, avvenuta lo scorso 2 dicembre in California, nella quale hanno perso la vita 14 persone, ce n'è anche una dal destino, se possibile, ancora più triste delle altre. Si tratta della figlia di Syed Farook e Tashfeen Malik, la coppia di killer uccisi durante l'attacco, rimasta orfana ad appena sei mesi. La sua storia, come riporta Le Figaro, sta tenendo sul filo milioni di americani, preoccupati per il suo futuro.

La vicenda è ricca di colpi di scena; dopo essere stata abbandonata dai genitori in uno studio medico, la mattina dell'attentato, la bambina è stata affidata ai servizi sociali in attesa di una famiglia alla quale darla in adozione. Ora, un nuovo capitolo vede protagonista la zia della piccola, sul piede di guerra per riuscire ad ottenerne la custodia.

La donna, sorella di Farook, vive in California, con il marito e due figli, un maschio di 7 anni e una bimba di 2. Musulmana praticante, è, insieme al marito, tra i membri attivi della moschea del luogo. In diverse interviste rilasciate attraverso i suoi avvocati, ha fatto sapere di essere totalmente all'oscuro delle intenzioni della coppia e di essere rimasta scioccata dal gesto compiuto dal fratello.

Le polemiche non si sono fatte attendere, spaccando in due l'opinione pubblica, tra chi è favorevole a consentire alla bambina di rimanere nella sua famiglia naturale e chi, invece, è convinto che crescendo in un contesto in seno al quale è maturato il progetto criminoso dei suoi genitori, rischi di avere il futuro segnato.

La legge della California prevede, in linea generale, una via preferenziale per i parenti di uno dei genitori. Ma deve essere il giudice a decidere, insieme agli assistenti sociali, se quei parenti sono sufficientemente affidabili .

Tutti, quindi, si chiedono se davvero ci si possa fidare di qualcuno che ha vissuto sotto lo stesso tetto di un terrorista, in una casa dove sono state trovate decine di munizioni, armi e materiale sufficiente per confezionare una dozzina di bombe.

Per conoscere la risposta bisognerà, però, attendere fino al prossimo mese, quando i giudici dovranno depositare la relazione con il parere in merito.

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