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Strage di Ustica, Napolitano: "Compiere ogni ulteriore sforzo possibile per la verità"

27 giugno 2014 | 12.12
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Il capo dello Stato invia un messaggio al presidente dell'Associazione parenti delle vittime. Bonfietti a Renzi: "Nel semestre Ue fare luce sulla strage". Giudice Priore all'Adnkronos: "Dopo la svolta con la collaborazione francese passare alla 'fase2". Trentaquattro anni fa il disastro in cui persero la vita 81 persone

(foto Quirinale)
(foto Quirinale)

"La tenace sollecitazione a compiere ogni ulteriore sforzo possibile, anche sul piano internazionale, per giungere ad una esaustiva ricostruzione di quello che avvenne nei cieli di Ustica impegna tutte le istituzioni a fare la loro parte perché si giunga all'accertamento della verità". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti.

''A trentaquattro anni dal disastro di Ustica - aggiunge il capo dello Stato - il mio pensiero riverente e commosso va alle 81 persone che in esso persero la vita e ai loro famigliari che, attraverso l'Associazione che li riunisce, ne perpetuano il ricordo. La scelta, che si rinnova anche quest'anno, di affidarne la trasmissione alla potenza espressiva dell'arte contribuisce a mantenere viva la memoria collettiva di uno degli episodi più inquietanti della nostra vita nazionale. Comprendo e condivido il rammarico per la mancanza di una esauriente ricostruzione della dinamica e delle responsabilità di quel tragico fatto, nonostante i lunghi anni di indagini e i processi celebrati". Conclude Napolitano: "Rinnovo i sentimenti di affettuosa vicinanza mia e dell'intero Paese ai familiari delle vittime e all'Associazione che con ammirevole tenacia si batte perché si faccia piena luce sulle cause di quel drammatico evento''.

Orlando: sostegno a collaborazione giudiziaria per accertamento verità - Per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ''la ricerca della verità, a 34 anni dalla strage di Ustica, rappresenta un obbligo morale nei confronti delle vittime, dei familiari e del Paese. Per queste ragioni all'inizio del mio mandato ho incontrato la presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti, per garantirle tutto il mio supporto affinché l'azione della magistratura possa andare avanti senza gli ostacoli del passato e con la piena collaborazione di tutti''. Il ministero della Giustizia ''sta offrendo pieno sostegno alla collaborazione giudiziaria tra Italia e gli altri Paesi in grado di contribuire all'accertamento di quanto accadde la sera del 27 giugno del 1980. Continuerò a seguire con attenzione tutti gli sviluppi della vicenda'', assicura Orlando.

Appello di Bonfietti a Renzi: in semestre Ue fare luce su strage - "Nel semestre italiano di presidenza europea, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ottenga una collaborazione vera e fattiva per le indagini sulla strage: dobbiamo arrivare alla verità su Ustica" dice all'Adnkronos Daria Bonfietti. Il 27 giugno 1980, il Dc-9 dell'Itavia, decollato dall'aeroporto di Bologna alla volta di Palermo, precipitò in mare nei pressi dell'isola di Ustica. A 34 anni dal disastro aereo, Bonfietti chiede a Palazzo Chigi di dare una svolta all'inchiesta: ''La magistratura italiana deve avere un aiuto vero dalla politica: il nostro governo imponga ai Paesi amici di tirar fuori tutte le informazioni sulle strage, o non arriveremo mai alla verità''.

''Servono svolte vere - prosegue - vogliamo scrivere l'ultima pagina: sappiamo cosa è successo quella terribile notte e che è stato abbattuto un aereo civile ma non conosciamo ancora i colpevoli. Dobbiamo sapere chi è stato, questo non è più un bisogno di verità dei parenti delle vittime ma una battaglia dell'Italia intera, della nostra dignità nazionale''. Sotto questo profilo, ''ringraziamo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il suo appello a compiere ogni sforzo possibile anche sul piano internazionale per ricostruire quello che avvenne nei cieli di Ustica: è questa la strada da seguire''.

La presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage, sottolinea quindi come sia ''importante'' la volontà di collaborazione manifestata dalla Francia: ''Sappiamo che sono stati rintracciati i 14 avieri dell'Armée de l'Air che quella sera di 34 anni fa erano in servizio alla base di Solenzara, in Corsica''. ''Nelle prime risposte alle rogatorie italiane - prosegue Bonfietti - allora inoltrate dal giudice Rosario Priore la risposta era stata: 'Chiudiamo alle 17 di pomeriggio'. Questi avieri ora dicono che quel giorno erano in servizio'', e i caccia - è stata l'ammissione arrivata d'Oltralpe - volarono ben oltre le 17 di quel pomeriggio. ''Ora - conclude - i nostri pm faranno altri interrogatori e speriamo emergano altre indicazioni utili''.

Giudice Priore: dopo svolta collaborazione francese passare a 'fase2' - A parlare all'Adnkronos è lo stesso Rosario Priore. ''Abbiamo tenuto il punto per tanti anni, e abbiamo avuto ragione: ora finalmente la Francia è intenzionata a collaborare. E' un buon passo ma per arrivare alla verità ce ne sono tanti altri da fare...'' dice il giudice che per anni condusse l'istruttoria sui fatti del 27 giugno 1980, sostenendo che la strage avvenne a causa di un missile e non di un'esplosione interna al Dc-9 Itavia. Per Priore, in particolare, ''è positiva l'ammissione'' di alcuni ex militari dell'Armeé de l'air ai pubblici ministeri di Roma, secondo cui i caccia francesi della base di Solenzara non tornarono a terra intorno alle 17, cioè 4 ore prima dell'esplosione del Dc-9, ma volarono fino a tarda sera. ''Scrissi che in Francia nemmeno l'amministrazione pubblica chiudeva alle 17 - ricorda Priore - figuriamoci una base militare''.

L'aereo in volo da Bologna a Palermo con il nominativo radio IH870 scomparve dagli schermi del radar del centro di controllo aereo di Roma alle 20,59 e 45 secondi del 27 giugno 1980. Era partito dall'aeroporto 'Guglielmo Marconi' di Borgo Panigale in ritardo, alle 20,08 anziché alle previste 18,30 di quel venerdì sera, ed era atteso allo scalo siciliano di Punta Raisi alle 21,13.

A 34 anni di distanza dalla strage, rimarca Priore, ''se la Francia conferma questa apertura e collaborazione alle indagini, c'è da passare alla 'fase 2': vedere perché cadono due aerei libici e due occidentali, come sosteneva Gheddafi, che aveva notizie dalla base radar impiantata a sud di Tripoli''.

Priore ne è convinto: ''Le 'chiavi' di questa seconda fase, quando cioè i francesi si sono ritirati perché avevano esaurito l'autonomia di volo, le hanno i russi che monitoravano molto efficacemente la parte meridionale del Mediterraneo, e anche gli Stati Uniti perché controllavano l'area soggetta al patto atlantico''. ''Chi ha abbattuto il Dc-9 sui cieli di Ustica? La risposta - conclude Priore - arriverà dopo che sarà stata accertata la nazionalità degli aerei che davano la caccia ai Mig libici''.

Giovanardi: fu una bomba, no a ipotesi di fantascienza - ''Ogni anno, in prossimità dell'anniversario, vengono diffuse presunte rivelazioni e si riciclano ipotesi di fantascienza come missili, traffico di aerei intorno al Dc-9 e cose del genere - sottolinea all'Adnkronos il senatore Carlo Giovanardi (Ncd) - La verità, sancita da una commissione di esperti internazionali, è che la causa del disastro fu l'esplosione di una bomba piazzata nella toilette dell'aereo. E' stato dimostrato in maniera incontrovertibile, tutto il resto sono illazioni''. ''La presunta notizia di oggi - aggiunge - è che i magistrati avrebbero parlato con i piloti francesi. E dov'è la novità? La Francia ha sempre risposto a tutte le nostre rogatorie''.

All'accertamento definitivo della verità su Ustica ''non contribuiranno carte da desecretare proprio perché non c'è nulla di segreto. Tutti gli aerei in volo quella sera sono stati identificati e in quel momento non ce n'erano in prossimità del Dc-9''. A giudizio di Giovanardi, ''bisognerebbe piuttosto orientare le indagini in un'altra direzione e cominciare a fare qualche domanda alla Libia, che negli anni non ha mai risposto alle richieste di rogatoria''.

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