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"Chi non versa i contributi al partito non sarà ricandidato", pugno di ferro di FI contro i conti in rosso

10 settembre 2014 | 19.55
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Stretta del tesoriere Rossi: "La pacchia è finita, il partito è di tutti, ora tutti diano una mano". I debiti di Forza Italia ammontano in totale a 88 milioni

Per far cessare l'allarme conti in rosso, Forza Italia è pronta anche a usare il pugno di ferro. Nel mirino ci sono innanzitutto i parlamentari insolventi, che da tempo (qualcuno da diversi anni) non versano la quota mensile al partito, provocando un 'buco' sempre più consistente.

Maria Rosaria Rossi, tesoriere unico del partito, ha deciso di correre ai ripari una volta per tutte e alla riunione di oggi in piazza San Lorenzo in Lucina con lo stato maggiore forzista, avrebbe annunciato una rigida cura dimagrante con immediate 'sanzioni' per i cattivi pagatori. Per anni Forza Italia ha vissuto grazie al portafoglio di Silvio Berlusconi, che per il suo movimento ha impegnato, secondo le ultime stime rendicontate al 2013, ben 102 milioni di euro: il bilancio è in rosso di 15 milioni di euro, i debiti in totale ammontano a 88 milioni, quasi tutti di fatto garantiti dal Cav con fideiussioni bancarie personali. Senza contare gli interessi passivi e le spese per l'affitto e la manutenzione della sede nazionale di palazzo Fiano-Almagià.

Ora, dunque, la 'pacchia' è finita e Rossi avrebbe messo tutti in guardia. Berlusconi ha già dato tantissimo, adesso tocca a noi, è ora che tutti si responsabilizzino e in piena coscienza si rendano conto della delicatezza del momento, avrebbe detto la senatrice azzurra, ricordando che il partito appartiene a tutti e non possiamo disperdere questo patrimonio che il nostro leader ci ha messo a disposizione. Da qui la linea dura contro gli 'evasori': chi non sborserà i contributi arretrati, raccontano, non sarà candidato alle prossime competizioni elettorali, a cominciare dalle regionali (in programma tra novembre e marzo prossimi).

E ancora: chi riveste cariche istituzionali o nel partito (a cominciare dalla presidenza di una Commissione parlamentare) e risulterà insolvente dovrà rinunciare ai ruoli svolti fino ad ora. Non solo: non saranno accettate 'giustificazioni locali', del tipo: io ho pagato sedi e comitati, quindi, avrei diritto a non versare nulla. Il 'piatto piange' a tal punto che,raccontano, sarebbero a forte rischio gli stipendi di settembre per il personale e probabilmente per oltre il 60% dei dipendenti azzurri si farà ricorso alla Cig. Rossi farà di tutto per evitare nuovi tagli e salvare i dipendenti. Ma non saranno fatti sconti a nessuno per costringere gli 'insolventi' a pagare i contributi arretrati. Carte alla mano, infatti, nel 2011 questo 'fuoco amico' aveva sottratto 4 milioni alle casse dell'ex Pdl poi trasformato in Fi dopo la fuoriuscita degli alfaniani, l'anno dopo sei e ora le cose andrebbero ancora peggio. Per rimpinguare le casse azzurre, rafforzare il partito sul territorio e rinnovare la classe dirigente, si sta pensando di ricorrere ai congressi comunali, che potrebbero essere avviati il 30 novembre prossimo. E' confermata per il 24 settembre la cena di fund raising a 'Casina di Macchia Madama', villa storica di Roma, sulle pendici di Monte Mario. Alla riunione odierna, convocata dall'amministratore unico hanno partecipato il consigliere politico del Cav, Giovanni Toti, la responsabile comunicazione, Debora Bergamini, l'amministratore dell'ex Pdl, Rocco Crimi, i deputati Sestino Giacomoni e Ignazio Abrignani.

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