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Elezioni Spagna, Renzi: "Benedetto Italicum, da noi vincitore chiaro"

21 dicembre 2015 | 12.49
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Matteo Renzi  (Xinhua /Infophoto - INFOPHOTO
Matteo Renzi (Xinhua /Infophoto - INFOPHOTO

"Il risultato delle elezioni generali in Spagna ci consegna un quadro molto frastagliato", mentre in Italia "con la legge elettorale abbiamo cancellato ogni balletto post-elettorale. Sia benedetto l'Italicum, davvero: che, lo ricordo, funziona così. Con la nuova legge elettorale – approvata su impulso del nostro governo a maggio 2015 – ci sarà un vincitore chiaro". Lo scrive nella sua e-news il presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi.

"Tutti - ricorda Renzi - dicono di aver fatto un buon risultato, tutti dicono che bisogna fare accordi per creare un governo di coalizione, tutti dicono che servono riforme: è la Spagna di oggi, ma sembra l'Italia di ieri. Dico l'Italia di ieri perché con la legge elettorale abbiamo cancellato ogni balletto post-elettorale. Con la nuova legge elettorale ci sarà un vincitore chiaro. E una maggioranza in grado di governare. Stabilità, buon senso, certezze. Punto".

"Le elezioni spagnole - continua - sono molto interessanti. Come già accaduto in Grecia e in Portogallo i governi che applicano rigide misure di austerity accompagnate magari anche da risultati positivi di crescita (ma crescita jobless, cioè senza aumento dei posti di lavoro) sono destinati a perdere la maggioranza. La ricetta economica che è stata pensata in questi anni dall'Europa non aiuta i cittadini e paradossalmente punisce chi la esegue". Per questo "io non faccio una battaglia contro l'Europa, a differenza di quello che scrivono alcuni commentatori. Io faccio una battaglia per l'Europa".

"L'anno scorso -praticamente da soli, durante il nostro semestre- abbiamo ottenuto la flessibilità - ricorda Renzi - per un totale di un punto di pil (da noi oltre 16 miliardi di euro). Adesso sarà interessante capire se l'Europa si renderà conto che una miope politica di rigore e austerità non ci porta da nessuna parte. Questo ho spiegato dettagliatamente all'ultimo Consiglio europeo. Questo dirò nei prossimi mesi. E (spero) in compagnia più numerosa. Anche perché meno numerosa sarebbe tecnicamente impossibile..."

"Io non faccio una battaglia contro l'Europa, a differenza di quello che scrivono alcuni commentatori. Io faccio una battaglia per l'Europa. Ma l'Europa del sociale, della cultura, dell'innovazione, dell'occupazione. Non solo l'Europa dei numeri, dei parametri, dei vincoli. Tutto qui. Così facendo difendo l'interesse dell'Italia, certo. Ma difendo -conclude il premier- anche la dignità dell'Europa".

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