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Vitalizi, verso voto alla Camera: resta scontro M5S-Pd

24 luglio 2017 | 20.34
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Domani la pdl Richetti per tagliare i vitalizi dei parlamentari arriva alla Camera, con voto finale di Montecitorio previsto entro mercoledì. Poi, la legge, passerà al Senato per il via libera definitivo. Ma la battaglia politica resta accesissima, nonostante sulla carta i numeri dicono che la legge dovrebbe passare con ampio margine.

I sì annunciati, sono infatti, quelli del Pd, dei Cinque Stelle, della Lega e di Fratelli d'Italia. Ma a tenere banco è soprattutto la sfida tra Cinque Stelle e democratici, per chi metterà la 'firma' alla misura anticasta, che il partito di Renzi (Richetti primo firmatario) vorrebbe portare come trofeo da esibire nella prossima campagna elettorale, facendo uno sgambetto ai Cinque Stelle, proprio sul loro terreno.

Per marcare il territorio a Roma, domani ci sarà anche il leader Beppe Grillo, che ha annunciato via Twitter, la sua presenza: "Sarò alla Camera per seguire i lavori dell'Aula sui vitalizi. Basta privilegi per gli onorevoli: una volta per tutte". A Grillo replica Fiano, dal Pd, che ironizza: "Domani assisteremo alla Camera ad un grande inedito: Grillo sarà in tribuna per sostenere una legge del Pd".

Dai Cinque Stelle ribatte Toninelli. "Sarà una giornata campale: in Aula arriva la nostra proposta per abolire i vitalizi dei parlamentari. Siamo in riunione per prepararci al meglio, più agguerriti che mai, per scongiurare tutte le trappole che il Pd sta preparando per ammazzare la legge e tenersi il vitalizio".

"L'arrivo al voto del ddl sui vitalizi - attaccano dal M5S - è merito del nostro fiato sul collo degli esponenti del Pd. Noi, se il testo dovesse passare alla Camera, siamo pronti a votarlo in pochi giorni anche al Senato, per farlo diventare legge al più presto".

Dai Cinque Stelle è chiaro il riferimento al rischio di impasse, in quanto il via libera, arrivato la scorsa settimana, della Commissione Bilancio della Camera è 'condizionato', non essendo stato accompagnato dal sì tecnico della Ragioneria generale dello Stato, legato alla copertura economica della misura.

La legge, nella sua filosofia, prevede l'addio ai vitalizi dei parlamentari, con 'arrivo anche per deputati e senatori del sistema previdenziale contributivo, vigente per i dipendenti pubblici. Un sistema interamente contributivo, che sarà applicato non solo ai parlamentari in carica, ma anche a quelli che - terminato il mandato - percepiscono gli assegni vitalizi.

Per avere diritto alla pensione, il parlamentare dovrà, inoltre, avere esercitato il mandato per almeno 5 anni, mentre la pensione si potrà ricevere a partire dal compimento dei 65 anni di età.

Infine la legge prevede la costituzione, presso l'Inps di una apposita sezione per la gestione separata dei fondi destinati al trattamento previdenziale dei parlamentari, norma quest'ultima che - bocciata dalla Commissione Bilancio - potrebbe palesare un rischio di incostituzionalità.

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